di Nina Meloni
Il romanzo di Yasmina Khadra (Sellerio editore, Palermo, 2015, 317 pagine, 16,00€) non è solo un noir, ma un libro su quella soglia invisibile, interiore, che, prima o poi, può capitare di superare. Una storia di tenebre, di prepotenti, di arroganti privi di scrupoli, preoccupati di mantenere i propri privilegi, il proprio status, ma anche una storia di riscatto in quella che può sembrare una sconfitta.
Lo stile è, come ogni libro di Yasmina Khadra, avvincente, capace di essere brutale e poetico, fatto di ombre e luci. Il ritmo è coinvolgente e si ha la voglia di conoscere come la trama, ricca di colpi di scena, proseguirà e che cosa accadrà ai personaggi le cui vite si intrecciano nelle righe del libro.
Un libro sul potere, sulla sua usurpazione senza vergogna e senza limiti, quasi spettasse di diritto decidere della vita altrui, fino a determinare le sorti di un intero Paese.
Sullo sfondo Algeri, la bellissima città bianca che ha fatto sognare i poeti, che ha fatto innamorare intellettuali di tutto il mondo, sembra sconfitta dalle tenebre create apposta da chi la sfrutta, da chi si è autoproclamato suo salvatore e padrone. Ci sono i “cattivi” e ci sono gli onesti, ci sono i vigliacchi, i leccapiedi, i servili, i complici, e ci sono gli eroi.
Gli eroi come l’Ettore dell’Iliade, che inizialmente fugge spaventato, gli eroi che non sono senza macchia, ma che – pur con le loro debolezze, imperfezioni e fragilità – scelgono di opporsi ai potenti ingiusti. Sono uomini e donne comuni: un caporedattore, un padre, un professore, una commissaria, un poliziotto, un giornalista, la gente anonima di un paesino dimenticato,…che gettano luce opponendosi alle tenebre e agli incubi.
Gli eroi che, come nei poemi epici (e talvolta anche nella vita reale), muoiono abbandonati, traditi, ma senza piegarsi, senza rinunciare a quei valori in cui credono e che non hanno sposato per convenienza; gli eroi insospettabili; gli eroi silenziosi e anonimi che dimostrano l’autentico carattere di un popolo. La scelta giusta non è senza conseguenze o rinunce, fino al sacrificio, ma è quella che riscatta un popolo, che restituisce dignità agli uomini.
“I prodi camminano rasenti ai muri, lasciando spazio alle carogne e ai mascalzoni”, si legge ad un certo punto e un altro personaggio affermerà “ (…) i disertori trattano gli eroi da criminali, i geni si fanno mettere sotto dai cretini, i corrotti irridono gli onesti, i mascalzoni si pavoneggiano sul podio e la notte divora le sue stelle”. In quello che è lo scenario che fa da sfondo a tutto il libro, scenario che molti lettori sentiranno terribilmente realistico e familiare, Yasmina Khadra introduce il tema della scelta. C’è chi sceglie di approfittare delle circostanze per, a sua volta, godere di privilegi all’ombra del potere di chi comanda; c’è chi è disposto a tradire i propri affetti, i propri valori, l’amor proprio; c’è chi rinuncia ad avere una coscienza e c’è chi, alla fine, dice “basta”. È allora che le scimmie diventano uomini. Non è solo la storia di un Paese e di un popolo. È la mia storia. È la storia di ognuno di noi di fronte ad una ingiustizia, di fronte al potente di turno (di qualsiasi livello: capo di pollaio, o grande dirigente) che abusa del proprio ruolo, di fronte all’illecito, alle meschinità. Come i nostri protagonisti, possiamo scegliere se rimanere scimmie o diventare uomini. La vergine uccisa, il cui corpo viene trovato straziato all’inizio del romanzo, è forse la metafora perfetta di ciò che di buono e pulito viene ucciso, spesso contando sull’impunità delle proprie azioni. Di fronte all’omicidio i comportamenti dei diversi personaggi rappresentano le differenti scelte che possiamo impersonare, o con le quali ci siamo confrontati. L’indifferenza. La complicità. La fuga, o la rinuncia ad agire, per evitare sgradevoli seccature. Il tradimento. La denuncia. Il coraggio. La rettitudine. L’onore.
Yasmina Khadra, incarnando il carattere algerino che non si piega alle prepotenze e alle ingiustizie, forse con questo libro desidera esortare ognuno di noi ad essere uomo e, come afferma Nora, la nostra protagonista: ”Ma io non mollo. (…) Non ho l’abitudine di defilarmi quando le cose si mettono male”.
La conclusione può sembrare un paradosso, eppure, allo stesso tempo, è incredibilmente giusta. Restituisce dignità e orgoglio e, finalmente, l’atmosfera soffocante che sembrava pesare sparisce, proprio come il sole che, improvvisamente, conquista il cielo in un mattino invernale.
Nina Meloni (*)
(*) Nina Meloni è laureata in Sociologia con indirizzo socio antropologico e dello sviluppo ed ha svolto attività di ricerca sul campo inerente il terrorismo islamico algerino. Per 10 anni ha coordinato un progetto di ricerca multidisciplinare e interagenzia e si è occupata di temi di sicurezza, difesa e cooperazione civile-militare.