Gli Europei con poca memoria di ciò che hanno studiato, o, più verosimilmente, con poca conoscenza della storia, sono terrorizzati dalla presenza araba nelle loro città. E una cospicua parte di essi attribuisce alla loro presenza, indubbiamente in crescita, la causa di tanti misfatti consumati sotto i loro occhi e di tanti problemi della nostra società.
Che una parte di essi possa essere di non buoni sentimenti e comportamenti, diciamo pure dei delinquenti, è incontestabile ed anche inevitabile. Nessun Popolo, nessuna Nazione, nessun Paese possiede l’esclusiva dell’onestà e della rettitudine. Non si può evitare che, in misura paragonabile a quella di noi “nativi”, sia poco raccomandabile una certa percentuale di tutte quelle componenti di stranieri ed ex stranieri (oggi Europei a pieno titolo) che molti fattori hanno portato qui da noi. Innanzi tutto il flusso migratorio permanente nato insieme all’uomo (non contadino, cacciatore o guerriero, nomade o semi-nomade), documentato ormai nei minimi particolari ed in tutti i percorsi ciclici dal VII millennio aC ai giorni nostri, grazie alla nascita dell’archeologia linguistica ed allo sviluppo della linguistica storico-comparativa, che ha orientato le ricerche ed obbligato linguisti, archeologi e storici a collaborare. In secondo luogo, come conseguenza della lunga colonizzazione esercitata dai Paesi europei negli altri Continenti. Da ultimo, sotto forma di fuga dai guasti dei processi di “normalizzazione” generalizzata cui i Paesi industrializzati hanno sottoposto quelli più poveri e deboli, generalmente le ex colonie, attraverso strumenti derivanti dall’affermazione delle economie decisamente più solide e dalla “democratizzazione” coatta.
Il Mediterraneo è stato il terreno nel quale è germogliata la civiltà umana ed è stato il perenne campo di confronto e di battaglia durante il passaggio del testimone da una parte prevalente all’altra. Una storia avvincente, spesso intrisa di sangue, visto che l’uomo è l’animale più sanguinario esistente in natura, spesso entusiasmante, un teatro nel quale hanno recitato tantissimi grandi attori, di cui vi risparmiamo l’elenco: sarebbe troppo lungo e ci dispiacerebbe dimenticarne anche uno soltanto.
Di seguito, nella quarta puntata della nostra veloce corsa attorno alla storia del Mediterraneo durante il Medio Evo, vi riproponiamo cronologia, motivazioni e conseguenze dell’avvento dell’Islam.
La Redazione di omeganews.info
L’AVVENTO DELL’ISLAM
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MEDinMED |
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L’espansione musulmana fu l’evento che determinò la definitiva frantumazione della realtà geopolitica del Mediterraneo e influenzò il destino dell’intera Europa, sia quella mediterranea, sia quella continentale.
Le armate musulmane avanzarono molto velocemente ingrossandosi progressivamente per la repentina e spontanea conversione dei conquistati. L’Islam si diffuse rapidamente e con facilità nei territori del Mediterraneo orientale, nei quali il giogo di Bisanzio era odiato: «La predicazione musulmana, per la sua stessa semplicità e per gli ideali di eguaglianza, giustizia e liberalità cui si richiamava in nome di Dio, fece molta impressione ed esercitò una forte attrattiva (Roger Arnaldez in “Il Mediterraneo” di Fernand Braudel)». Ma si diffuse molto velocemente anche verso ovest. Riuscì, infatti, a penetrare sino alle porte della Provenza, incamerando progressivamente tutta la fascia mediterranea dell’Africa, la Spagna, la Sicilia, la Corsica e le Baleari.
Due direttrici a tenaglia, quindi, ed al centro Bisanzio ed il suo inespugnabile territorio. L’impero d’oriente, pur al culmine della sua potenza, non poté impedire l’avanzata islamica verso Est e verso Ovest e da allora fu ridotto alla difensiva nelle acque greche. I collegamenti dell’impero si mantengono solo ad oriente della Sicilia, lungo la direttrice Adriatico-Jonio-Egeo e lungo le coste bizantine. Quello islamico altrove. Ibn Khaldūn, filosofo e massimo storico del nord Africa, vissuto nel XIV secolo, ebbe a dire: «I Cristiani non possono più far galleggiare sull’acqua neanche una tavola» e, salvo la riserva doverosa relativamente a Bisanzio, occorre dire che la sua affermazione non era lontana dalla realtà. Il mare da quel momento appartenne ai pirati saraceni. Nel periodo, infatti, aumentò sensibilmente il potere marittimo dell’Islam. Dalla metà del VII secolo la navigazione dal mar Egeo verso i porti rimasti cristiani divenne impossibile. Sopravvisse il traffico marittimo tra le coste bizantine ben difese e quelle di altri possedimenti occidentali dell’impero, ossia la Grecia, le coste dell’Adriatico, quelle del mezzogiorno d’Italia e della Sicilia, sino alla sua conquista. Al di là della Sicilia i Bizantini non poterono più spingersi. Sul versante opposto, tuttavia, la marcia dell’Islam fu costretta ad arrestarsi alle frontiere bizantine. Pur avendogli sottratto l’Occidente, le province sire egiziane ed africane, dovette, come sopra anticipato, arrestarsi al cospetto del fronte greco, che ha resistito agevolmente e, resistendo, salvò l’Europa e il Cristianesimo. E lo strumento della salvezza di Bisanzio, duramente attaccato dai musulmani in almeno due occasioni nel periodo della loro massima espansione, fu senza dubbio la sua flotta. In quel periodo il potere marittimo di Bisanzio era una realtà incontestabile, attraverso il quale l’impero riuscì a difendere la propria esistenza. Esso si arroccò saldamente nell’area del Mediterraneo orientale e si limitò a difendere la Sicilia, l’Adriatico e le città del Sud dell’Italia, che costituivano per esso tanti avamposti, i quali però andavano rendendosi sempre più autonomi.
Ad occidente, dove la presenza bizantina era sfilacciata, l’Islam ebbe buon gioco L’impero dovette indietreggiare dopo aver perso l’Africa mediterranea. I suoi possessi d’Italia erano minacciati dai musulmani stabiliti in Sicilia. I Visigoti furono annientati. I Franchi, bloccati nei loro tentativi d’espansione verso Sud, si riscattarono simbolicamente a Poitiers, ma rimasero lontani dal mare. Solo i Longobardi scamparono ai colpi dell’Islam. L’avanzata di quest’ultimo, anzi, ebbe l’effetto di allentare la pressione che Bisanzio esercitava nei loro confronti e di allontanare il pericolo franco. In questa situazione il raggio d’intervento della politica bizantina non oltrepassava l’Italia, di cui essa sarebbe riuscita a difendere solo le coste.
Dopo la conquista di Cartagine e la fondazione di Tunisi del 698, cessarono anche i traffici commerciali marittimi di Bisanzio con i Paesi africani. Di pari passo, si interrompe la navigazione commerciale nel Mediterraneo ad occidente dello Jonio. Non che i traffici mercantili mediterranei si esauriscono, ma non sono più diretti o provenienti da porti cristiani occidentali. Né furono possibili relazioni marittime tra questi ultimi, perché essi non possedevano flotte. Non esiste più una rete di collegamenti estesa a tutto il mediterraneo.
Dopo essersi impadroniti delle isole, nel IX secolo distrussero i porti e fecero scorrerie dappertutto. Cessò di operare Marsiglia, già principale scalo continentale verso oriente, e l’unità economica del Mediterraneo fu interrotta sino all’epoca delle crociate. Le invasioni germaniche non ne compromisero le attività, anzi si può dire che i contatti commerciali e culturali che il Mediterraneo favorì accelerarono non poco il processo d’integrazione delle popolazioni calate dal nord, così come contribuirono in forma determinante all’affinamento dei gusti, alla prosperità economica ed alla potenza delle dinastie dei regni romano-barbarici. Lo slancio dell’Islam fu, al contrario, irresistibile. «E come avrebbe potuto resistere l’Occidente? I Franchi non avevano flotta, e quella dei Visigoti era stata annientata, mentre il nemico era preparatissimo. Il porto di Tunisi e il suo arsenale erano imprendibili; su tutte le coste si elevavano i ribat, posti avanzati mezzo religiosi e mezzo militari che erano in contatto tra loro e mantenevano un perpetuo stato di guerra. Contro questa forza marittima i cristiani non potettero niente: il fatto che riuscirono a compiere solo una piccola spedizione contro la costa dell’Africa ne è una prova luminosa» (Henri Pirenne, Maometto e Carlomagno, Giuseppe Laterza & figli Spa, Roma-Bari, 2005). L’assenza di collegamenti marittimi e l’interruzione dei contatti con il mondo orientale, portò all’isolamento dell’Europa continentale, che fu costretta a ripiegare su se stessa e ad avviare quel processo di radicamento e consolidamento delle identità locali che avrebbe portato alla nascita delle identità nazionali e delle lingue nazionali da cui sarebbero scaturite quelle moderne.
Il regno merovingio decadde e fu sostituito dalla dinastia carolingia, di origine germanica, cui si alleò la chiesa di Roma per sottrarsi alla soggezione bizantina, invertendo drasticamente la tendenza che la vide nel primo periodo del Medioevo alleata all’imperatore, lontano, piuttosto che ai nuovi re barbari, molto più vicini e pericolosi.
La transizione costituita da questo periodo in cui l’Europa fu stretta nella morsa tra chiesa e feudalità durò a lungo, grosso modo dal 650 al 750, e, come vedremo in seguito, costituì la vera rottura tra antico e moderno, tra la romanità declinante e la cultura germanica in forte espansione e consolidamento. Il Mediterraneo divenne marginale nei riguardi dei futuri sviluppi europei, pur mantenendo una vivacità politica e commerciale di livello di gran lunga superiore, caratterizzato da parametri che non riusciranno a prevalere nei secoli successivi.
Valutazioni sostanzialmente condivise anche dal Braudel che, a pagina 105 del suo Mediterraneo (1987, Bompiani, Milano) scrisse: «….. la cristianità si spezza in due nel VI secolo ….. il mondo punico era più preparato, nel profondo, ad accogliere la civiltà dell’Islam che ad assimilare la legge e romana, in quanto la civiltà islamica non rappresenta solo un apporto, ma anche una continuità. ….. Una civiltà non è soltanto una religione, per quanto questa sia al centro di qualsiasi sistema culturale, ma anche un’arte di vivere, il riprodursi di migliaia di atteggiamenti».
E questo è un incontestabile indizio della duttilità e lungimiranza della dominazione islamica di quei secoli, ovvero della sua capacità di sovrapporsi, valorizzandolo ulteriormente, al substrato culturale, se e dove esistente e trovato. La storia della Sicilia araba, oggetto di diversi dotti trattati, tra cui quelli di Michele Amari (Storia dei Musulmani di Sicilia, 3 vol., C.A. Nallino editore, Catania, 1993-1939) e di Ferdinando Maurici (Breve storia degli Arabi in Sicilia, Flaccovio Editore, Palermo, 1995-2006), ha importanti caratteristiche che consentono di capire quale sia stata nel periodo della primitiva espansione l’influenza della dominazione islamica sui paesi conquistati e sottomessi. La sua storia medievale, infatti, «si distinse da quella delle altre provincie dell’impero d’occidente, lo stanziamento stabile e durevole di popoli germanici sul sostrato romano o romanizzato. Mancò quindi la condizione comune che apre il medioevo europeo e ne determina i caratteri. Ad una breve e poco incisiva fase barbarica seguì la conquista bizantina che legò per tre secoli e più il destino dell’isola a Bisanzio. II centro di gravitazione della Sicilia si andò spostando progressivamente ma decisamente verso oriente. A questa lenta ‘orientalizzazione’ concorse anche l’invasione longobarda della penisola che, riducendo i possedimenti bizantini sulla terraferma, allentò i rapporti fra Sicilia ed Italia. Nel momento di massima crisi il dominio bizantino in Italia comprenderà solo, oltre la Sicilia, la Calabria e la terra d’Otranto. Lo smantellamento precoce della presenza bizantina nella Spagna meridionale ed il sostanziale abbandono della Sardegna al suo destino contribuirono ulteriormente ad accentuare i legami della Sicilia con il Mediterraneo orientale. … Cartagine, la capitale del governatorato bizantino d’Africa (Esarcato), cadde alla fine del VII secolo. La Sicilia divenne così l’avamposto occidentale dell’impero contro l’avanzata islamica. All’incirca dal 700 all’827 la fluttuante frontiera mediterranea fra l’Islam e Bisanzio passò lungo le coste dell’isola. Nel corso di questi secoli l’Europa volgerà sempre più le spalle al Mare fino al costituirsi di quella realtà eminentemente continentale che fu l’impero carolingio. …l’agricoltura non rappresentava l’unica fonte di ricchezza della Sicilia bizantina. Una fiorente attività artigianale produceva manufatti di notevole valore, in particolare gioielli e stoffe pregiate in lana e seta. Dell’attività tessile parlano le epistole di Gregorio Magno ed altre fonti scritte. Il livello artistico delle oreficerie siculo-bizantine è invece attestato da alcuni notevoli ritrovamenti archeologici. … Le case avevano uno o due piani con certo numero di ambienti disposti intorno ad uno spazio centrale. E’ un tipo di costruzione che si ritrova nella Siria settentrionale negli stessi secoli. … fenomeno che si ritrova anche nella Puglia bizantina ed in quasi tutte le provincie orientali dell’impero, ad esempio in Cappadocia. In Sicilia il trogloditismo medievale assume dimensioni macroscopiche, anche per le favorevoli condizioni geologiche, soprattutto nella cuspide sud-orientale, fra Siracusa, Caltagirone e Ragusa. … l’architettura dell’età bizantina in Sicilia “ha potuto e saputo utilizzare la maggior parte delle forme note allora nel mondo mediterraneo”», Maurici. op. cit., pag. 5-21.
Gli effetti della conquista islamica furono evidenti proprio perché non influenzati da influssi concomitanti, come detto più su.
Innanzi tutto, in analogia con gli usi in essere negli altri Paesi musulmani, anche in Sicilia furono instaurati quattro diversi livelli prioritari di assegnazione della proprietà agraria, che fu di conseguenza parcellizzata in favore di una miriade di piccoli appezzamenti. Questo fatto, unitamente agli effetti del diritto islamico delle successioni che prevede parti eguali per tutti i figli, guarì nell’isola “la piaga del latifondo”, «la quale avea consumata la Sicilia fino al secolo nono, e ricomparve con la dominazione cristiana nel duodecimo».
Riguardo alle colture importate, alle tecniche impiegate ed ai risultati ottenuti, si può dire che nel campo dell’agricoltura quella araba fu una vera rivoluzione: come riferiscono Amari, Maurici e molti altri studiosi, «in tutte le terre raggiunte dall’espansionismo arabo vengono importate e diffuse nuove specie vegetali, nuove tecniche colturali, nuovi sistemi di irrigazione. In Sicilia compaiono o si diffondono come mai precedentemente cotone, canapa, lino, ortaggi legumi, papiro, forse canna da zucchero, agrumi, datteri, zafferano, pistacchio, ed ancora i gelsi necessari ali’industria della seta. …… Questa agricoltura specializzata attivava anche un vivace comparto tessile. Gli opifici siciliani della seta producevano – e produrranno ancora nel XII secolo – veri capolavori che in parte prendevano la via dell’ esportazione. La produzione della seta, soprattutto nell’area messinese, resterà un’importante realtà economica per tutto il medioevo e per l’età moderna. … abbondante produzione corrente di tessuti … I documenti della gheniza del Cairo mostrano l’importanza della coltivazione e produzione del cotone nella Sicilia … il siciliano medievale ha conservato diverse parole di origine araba che rimangono all’industria tessile ed alla manifattura di tessuti e capi d’abbigliamento. … E’ verosimile ipotizzare che anche nella Sicilia musulmana le colture specializzate e ad alto reddito si concentrassero principalmente lungo le coste e nei pressi dei centri abitati principali. Qui una rete di canalizzazioni di superficie e sotterranee assicurava abbondanti risorse idriche agli orti ed ai frutteti», Maurici. L’agricoltura siciliana e spagnola è sicuramente più avanzata e produttiva di quella dell’Europa continentale del X-XI secolo e di quella ripristinata nella stessa Sicilia dai Normanni.
Ulteriore elemento di ricaduta islamica positiva si ebbe nello sviluppo urbano e nell’incremento demografico, in un periodo nel quale, come visto, l’Europa continentale è desolata e spopolata. Dice in proposito il Maurici a p. 76 dell’opera citata: « Anche se duramente provata però, la rete urbana della Sicilia non venne scompaginata. Al contrario, dopo gli anni drammatici della conquista, l’era musulmana segna per le città siciliane una nuova fase di sviluppo. Prime a risollevarsi furono le città costiere della Sicilia occidentale, cadute quasi subito in mana musulmana, precocemente islamizzate ed animate dall’inserimento a pieno titolo in uno spazio marittimo e commerciale saldamente controllato dagli arabi. Palermo, semidistrutta e spopolata nell’831, era un secolo dopo una delle metropoli più popolose e ricche del mondo mediterraneo».
Il periodo islamico registrò anche l’introduzione di tecniche di irrigazione agricola e di sfruttamento delle acque in agricoltura e in città all’avanguardia, il forte impulso al comparto tesile, lo sviluppo della cerealicoltura, l’adozione del sistema monetario bimetallico, il perfezionamento delle tecniche della pesca del tonno.
Questi strabilianti risultati, come anticipato più su, furono possibili solo perché la precedente autoritaria presenza bizantina li aveva resi possibili e la dominazione araba riuscì non solo a consolidare il preesistente, ma a migliorarlo con l’importazione di misure in molti campi migliorative.
Enrico La Rosa
Nota (*) Le cartine indicate con la denominazione “Rizzoli Larousse, 1973” sono state gentilmente concesse dalla Casa Editrice Larousse, Paris. Esse sono state pubblicate nel fascicolo delle carte allegato alla «Storia Universale» in quattro volumi, pubblicata da Rizzoli Larousse nel 1973.
Islam
Inizio V sec.
Comincia a crescere l’importanza della città della Mecca, snodo mercantile tra Arabia e Bisanzio; il suo santuario del Ka’ba è meta di pellegrini politeisti provenienti da tutta la penisola.
570
Nasce Maometto alla Mecca.
610
Maometto fonda la religione islamica.
622
Fuga di Maometto a Medina.
629
Medina attacca e sconfigge la Mecca, imponendole il ruolo di città sacra, centro del culto islamico.
632
Morte di Maometto.
634
Nella battaglia di Ajnadain le truppe islamiche condotte da Khālid ibn al-Walīd sconfissero le truppe regolari bizantine.
635
Ha inizio l’assedio a Damasco da parte degli Arabi guidati da Khālid b. al-Walīd. Damasco e la Siria cadranno all’inizio del 636, dopo più di sei mesi di assedio.
636
A seguito della vittoria nella battaglia dello Yarmuk l’intera Siria cade in mano agli Arabi.
637
Gerusalemme apre le porte agli Arabi.
638
Gli Arabi invadono Gerusalemme, conquistano la Mesopotamia e penetrano all’interno della Persia.
641
Si arrende la fortezza di Babilonia, nel sito dell’odierno Cairo Vecchio.
Presa di Alessandria e conquista dell’intero Egitto da parte degli Arabi.
642
Nella battaglia di Nihavand le truppe persiane, poco mobili ed armate troppo pesantemente, vengono definitivamente sconfitte dagli Arabi.
651
Il territorio persiano è interamente in mani arabe.
652
Avviene il primo sbarco in Sicilia di una flottiglia araba salpata dalla Siria.
Prima testimonianza della confidenza che avevano cominciato a prendere con il mare questi popoli provenienti dal deserto.
660
I vascelli arabi del califfo Moavia cominciano ad invadere le acque bizantine.
Occupano Cipro, s’impadroniscono di Rodi e si spingono sino a Creta e in Sicilia.
661
Inizio del califfato di Medina.
680
Nella battaglia di Kerbala muore l’imam Hussein, nipote del profeta. Nasce la divisione tra Sunniti e Sciiti.
689
Un corpo di sbarco bizantino sorprende e stermina a Barka l’esercito musulmano in ripiegamento dopo essere stato sconfitto dal principe berbero Kossaila presso Kairuan.
Con questa vittoria il Nord Africa ripassa temporaneamente in mano bizantina.
670
Gli Arabi invadono la Tunisia. Ogbaben-Nafi fonda Kairuan, o Qayrawan.
La roccaforte è loro necessaria per impedire un ritorno offensivo dei Bizantini, che possiedono le città della costa, e contenere i Berberi del massiccio dell’Aurasio.
693-697
La caduta di Cartagine (697), capitale dell’esarcato bizantino in Africa, sancisce il pieno dominio arabo sulla Tunisia.
Gli Arabi vengono scacciati da Cartagine subito dopo la conquista per l’intervento della flotta bizantina mandata da Bisanzio.
697
I Berberi, guidati dalla regina Kahina, sconfissero l’esercito arabo a Tebessa, respingendolo sino in Tripolitania.
698
Riconquista di Cartagine e fondazione di Tunisi.
Questa conquista è ormai definitiva.
699-700
Conquista di Pantelleria.
703-753
Ripetute incursioni arabe contro città rivierasche della Sicilia: 703, 704, 720, 727, 728, 729, 730, 733, 734, 735, 740, con assedio a Siracusa, 753.
Nello stesso periodo anche le cose della Sardegna vennero sottoposte a simili scorrerie.
711
Tariq ibn Ziyad attraversa Gibilterra e sbarca in Spagna.
L’evento segna la fine del regno di Visigoti in Spagna.
713
Musa, governatore dell’Africa del nord, proclama nella capitale Toledo la sovranità del califfo di Damasco.
720
Conquista di Narbona ed assedio di Tolosa.
725
Conquista di Carcassonne e di Autun.
732
Nella pianura di Poitiers Carlo Martello sconfigge l’esercito musulmano e ne uccide il condottiero, Abd-er-Rhaman.
735
Jussef Ibn Abd-er-Rhaman, governatore arabo di Narbona, s’impadronisce di Arles.
737
Conquista di Avignone; devastazioni sino a Lione e all’Aquitania.
739
Nuove incursioni in Provenza, vanificate dal nuovo intervento di Carlo Martello.
722
Con la battaglia di Covadonga inizia la “Reconquista” spagnola. I musulmani, guidati da al-Qama sono sconfitti dagli scampati Visigoti di Pelayo.
La “reconquista” terminerà il 2 gennaio 1492, con la conquista di Granada.
727-878
Conquista della Sicilia da parte degli Arabi:
720, 728, 730, 732, 752, 753 – prime incursioni arabe senza successo, interrotte da turbolenze interne in Africa;
827 – tentativo di conquista di Siracusa, fallito grazie all’intervento della flotta bizantina;
831 – Palermo cade in mano araba dopo un assedio durato circa un anno;
843 – aiutati dai Napoletani, s’impadroniscono di Messina;
878 (21/5): caduta di Siracusa.
762
Baghdad diventa la capitale del califfato abbaside.
765
Fondazione del califfato ommiade in Spagna.
778
Carlomagno è battuto a Roncisvalle e la sua retroguardia viene massacrata.
793
Invasione della Settimania.
797÷813
I Carolingi non possedevano flotte e non potevano quindi spazzare il mare dai pirati che l’infestavano. Essi fecero sforzi per conquistarsi la sicurezza del mare:
– nel 797 occuparono Barcellona;
– nel 799 le Baleari devastate allora dai Saraceni e che si abbandonarono a Carlo;
– nell’807 Pipino scaccia i Mori dalla Corsica con una flotta italiana.
798
Saccheggio delle Baleari.
806
Conquista di Pantelleria.
809
Occupazione della Corsica.
810
Occupazione della Sardegna.
812
Saccheggio di Lampedusa, Ponza e Ischia.
822
Battaglia di Clavijo, in cui Ramiro I delle Asturie sconfisse l’emiro ʿAbd al-Rahmān II
838
Devastate Brindisi e Taranto ed invasa Marsiglia.
840
Sconfitte le flotte di Bisanzio e Venezia.
841
Devastazione di Ancona e della costa dalmata sino a Cattaro.
842
Penetrazione sino ad Arles.
846
Sessanta imbarcazioni saracene attaccano Ostia, risalgono il Tevere e devastano ogni cosa sino alle mura di Roma, arrivando a profanare la chiesa di San Pietro.
847
Conquista di Bari.
849
Battaglia di Ostia – Una forte libecciata e la flotta composta di navi di Amalfi, Gaeta e Napoli, la cui composizione è stata sollecitata dal Papa Leone IV, sbaraglia al largo di Ostia una consistente flotta saracena.
850
Nuova penetrazione da sud sino ad Arles.
852
Conquista di Barcellona.
876
Espugnata nell’871 dall’imperatore del Sacro Romano Impero Ludovico II, Bari ritorna ai Bizantini, diventando il maggior centro politico, militare e commerciale italiano dell’Impero d’Oriente.
876-877
Sortite nella campagna romana e ripetuti saccheggi.
878
Capitolazione di Siracusa, capitale della Sicilia bizantina.
883
Incendio e distruzione dell’abbazia di Montecassino.
888
Scontro nelle acque di Milazzo tra una flotta araba partita dalla Sicilia e la flotta bizantina inviata dall’imperatore Niceforo Foca a difesa dei possedimenti in Calabria obiettivo della missione.
Terribile sconfitta dei cristiani che subirono l’affondamento di gran parte dei vascelli, migliaia di morti ed il saccheggio di Reggio.
890
Installazione in un’area tra Hyères e Fréjus di alcuni Saraceni di Spagna.
Essi stabilirono una solida posizione a Fraxinetum (La Garde Frainet), seguendo la catena dei Mauri. Di là essi dominavano la Provenza e il Delfinato che sottoponevano a continue razzie.
890
L’abbazia di Farfa è assediata e resiste per sette anni. Le vallate dell’Aniene e Tivoli sono devastate.
I Musulmani hanno costruito due piazzeforti nei pressi di Roma, esattamente a Saracinesco ed un’altra a Ciciliano, sui monti Sabini.
902
Presa di Taormina, con strage di donne bambini e sacerdoti, categorie normalmente risparmiate dalle consuetudine islamiche di guerra.
910
ʿUbayd Allāh ibn al-Ḥusayn, fatimide, porta al potere la dinastia sciita ismailita in tutto il Nord Africa, segnando il tramonto della dinastia aghlabita.
916
Capitolazione di Palermo dopo sei mesi di assedio.
931
Sconfitta dei Saraceni di Spagna di Hyères, Fréjus e Fraxinetum ad opera di una flotta greca.
935
Genova viene saccheggiata dai Musulmani.
948
Hasan ibn Ali ripristina la dominazione islamica in Sicilia a seguito di diversi atti di rivolta antifatimida e instaura nell’isola un emirato ereditario.
973
Il conte Guglielmo di Arles riuscì a ricacciare i Saraceni di Spagna installati a Hyères, Fréjus e Fraxinetum.
988-1002
Intensa attività militare dei musulmani di Sicilia contro il sud d’Italia. Spedizioni contro Calabria, Puglia, Basilicata e Campania. Assediate Cosenza nel 988, Taranto nel 991, Matera nel 944, Benevento nel 1002, Capua subito dopo.
1031
A Cordova viene abolito il califfato.
1035
Nasce il regno musulmano indipendente di Toledo.
1071
Battaglia di Manzikert tra l’esercito del sultano selgiuchide Alp Arslān e quello bizantino dell’imperatore bizantino Romano IV Diogene presso l’odierna cittadina turca di Malazgirt; lo scontro si risolse in una disastrosa sconfitta per i Bizantini.
1085
Presa cristiana di Toledo.
1094
El Cid Campeador strappa Valencia agli Arabi.
1187
Il Saladino riconquista Gerusalemme.
1212
Vittoria dei cristiani sui musulmani a Las Navas di Tolosa.
1236
Presa di Cordova da parte cristiana.
1366
Gli Ottomani ad Adrianopoli.
1391
Assedio ottomano di Costantinopoli.
1396
Massacro ottomano di cristiani a Nicopoli.
1453
L’Islam conquista Costantinopoli.
1492
2 gennaio: riconquista di Granada e cacciata dei Mori dalla Spagna.