Enrico La Rosa

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Enrico La Rosa è di origini calabresi, della Locride, terra dura e ingrata, inquinata dalla presenza di strutture organizzative non ortodosse sotto il profilo etico e legale.


Ha compiuto studi classici nella terra che fa dell'antica civilizzazione greca una musa ispiratrice, nella quale i licei sentono la responsabilità di mantenere vivo il legame col filone culturale e storico che resero possibile l'affermarsi in tutto il Mediterraneo della civiltà ellenistica, anche grazie al determinante contributo delle colonie d'oltremare, la Magna Grecia. Questa partenza ha costituito senza ombra di dubbio quella che, nella prima fase della sua esistenza ha orientato il suo palato culturale e la prevalenza delle letture.


La lunga carriera in Marina gli ha permesso di visitare, ancorché in modo veloce e sommario, molti Paesi del mondo e, soprattutto, molti dei principali porti mediterranei, nei quali oltre a visitare le bellezze monumentali ed architettoniche, ha sempre cercato, nella misura del consentito, di approfondire peculiarità della natura degli abitanti, tradizioni, abitudini.

L'impiego che la Marina gli ha riservato negli ultimi 13 anni gli ha consentito il contatto con il variegato mondo dell'analisi delle problematiche internazionali. Inizialmente, quale rappresentante italiano in seno a gruppi di lavoro della Nato nel campo dello studio di armamenti missilistici, nella dottrina della realizzazione del supporto logistico alle forze impegnate in operazioni multinazionali di peace-keeping e di partnership for peace. Successivamente, nello svolgimento dell'incarico di addetto militare italiano nell'Algeria dei massacri, prima, e, poi, di ufficiale di collegamento tra la Marina italiana e quella bulgara, desiderosa di accelerare la corsa verso la completa integrazione in Europa e nella Nato.

Il periodo algerino, in particolare, ha segnato il ritorno di Enrico La Rosa alla passione mediterranea, consentendogli di toccare con mano la mediterraneità altrui, di fare dei paralleli tra lo sviluppo culturale, antropologico, sociale, economico e politico di altri Paesi del contesto del bacino mediterraneo, che con il suo si erano misurati in vario modo nel veloce scorrere dei secoli. L'occasione è stata anche un'ottima palestra nell'approccio alle tematiche della sicurezza internazionale, del terrorismo, della cooperazione multinazionale e nell'acquisizione dei rudimenti fondamentali dell'analisi dei fenomeni della politica internazionale, della loro analisi, della loro interpretazione.

Ormai dedito a tempo pieno allo studio del Mediterraneo e di ciò che vi accade, lasciato il servizio attivo si è dedicato allo studio delle relazioni internazionali anche a livello cattedratico, conseguendo nel 2006 il diploma di laurea specialistica in "Scienze Internazionali e Diplomatiche" presso l'università di Trieste, seguito nel 2008 da quello di laurea specialistica in "Scienze Marittime e Navali" presso l'Università di Pisa, a conclusione del diploma di laurea breve del 2002.

Sempre nel 2006 frequenta il Corso di Formazione per Delegato Internazionale della Croce Rossa Italiana e nel 2006/07 il Master in Geopolitica "Il mondo nuovo", svolto presso la sua sede dalla Società per l'Organizzazione Internazionale (SIOI), in collaborazione con Limes e Oltreillimes.
Dall'inizio del 2008 è socio (fondatore) dell'Associazione di Ricerca e di Analisi Geopolitica OMeRO ("Osservatorio Mediterraneo di Ricerca Operativa"), nata da un suo progetto elaborato negli anni precedenti e fondata insieme ad altri otto ricercatori frequentatori del Master della SIOI del 2006/07.

Nel giugno 2008 la Casa editrice "Edizioni Associate" di Roma pubblica un suo saggio dal titolo "Mediterraneo, la Federazione che non c'é".

Nell'estate del 2010, insieme a nuovi amici e colleghi nella passione per la geopolitica, il Mediterraneo e l'uomo, perfeziona il progetto precedente, progetta la fondazione di una nuova Associazione "antropogeopolitica", decide di arricchire la stessa di due strutture dipendenti, essenziali per la condivisione dei risultati delle analisi completate e per la diffusione dei risultati delle ricerche dei suoi soci: un giornale telematico di nome "Omeganews" ed un "centro studi, analisi e produzione" denominato "L'Alfa e l'Omega".

Si tratta dell'Associazione denominata "Osservatorio Mediterraneo di Geopolitica ed Antropologia", in sigla O.Me.G.A.