di Elisa Bertacin
Wikipedia è uno degli strumenti del web entrato a pieno titolo nella nostra quotidianità: a chi non è capitato, almeno una volta, di “sfogliare” questa enciclopedia virtuale, alla ricerca di eventi storici, personaggi famosi, concetti tecnici particolari? Le notizie attuali, circa l’oscuramento volontario del sito in lingua inglese, in segno di protesta contro lo Stop Online Piracy Act ed il Protect IP Act (protesta sostenuta anche dalle pagine Wikipedia nelle altre lingue), in esame al Congresso degli Stati Uniti d’America, non fanno che rafforzare questa constatazione.
Ma come e quando è nata Wikipedia? Quanto segue cercherà di delineare le tappe principali di questo fenomeno del web.
Progenitore della più grande enciclopedia del web fu il progetto Nupedia, un’enciclopedia in inglese, creata da esperti e diffusa sul web come contenuto libero. L’idea venne lanciata nel marzo 2000 da Jimmy Donal Wales, allora Amministratore Delegato della Bomis (portale di ricerca per musica pop, che offrì i propri server a supporto dei progetti di Nupedia, prima, e Wikipedia, poi) e Larry Sanger (Redattore capo).
La novità era quella di essere un progetto a contenuto aperto, di libero accesso, su licenza GNU Free Documentation License (GNU FDL), e lontano da eventuali pregiudizi, data la possibilità di partecipazione aperta pressoché a tutti gli esperti di settore (quindi, a parte rare eccezioni, in possesso di Ph.D.)
Il progetto Nupedia, però, non ebbe molto successo, dato il complesso sistema di revisione dei contenuti. Infatti, se il fine era comunque quello eccelso di garantire voci curate da esperti, di qualità del tutto paragonabile a quella delle enciclopedie professionali, il risultato finale fu tuttavia piuttosto deludente: durante i tre anni di attività del progetto, solamente 24 voci riuscirono a completare l’intero processo di revisione.
La Bomis cercò di recuperare gli investimenti fatti sul progetto attraverso l’inserzione di pubblicità nelle pagine di Nupedia. Ma non fu questa scelta a rappresentare il punto di svolta. Esso, invece, si ebbe nel momento in cui Sanger e Wales vennero a conoscenza del meccanismo delle c.d. wiki: si tratta di una o più pagine, regolarmente aggiornate dagli utilizzatori, i cui contenuti possono essere sviluppati, modificati ed ampliati grazie alla partecipazione e collaborazione di tutti coloro che vi hanno accesso. Ogni modifica viene registrata in una cronologia che consente in questo modo di tornare alle versioni precedenti dei testi, in caso di necessità.
Nel momento in cui Sanger propose a Wales, nel gennaio 2001, la creazione di una wiki per Nupedia, ebbe inizio la storia di Wikipedia. Formalmente, Wikipedia nacque il 15 gennaio 2001, in lingua inglese, sul sito wikipedia.com, in seguito spostato al dominio wikipedia.org, come oggi lo conosciamo.
La politica del nuovo progetto venne codificata sulla scia di quella di Nupedia, sebbene la differenza di categorie di collaboratori fece notare fin dall’inizio una differenza anche nei risultati finali. Infatti, se Nupedia con il suo gruppo di esperti e dottori di ricerca giunse a costruire 24 voci in 3 anni, Wikipedia, grazie al suo carattere wiki, arrivò a 19.598 voci su 18 edizioni in lingue diverse dopo solo un anno dalla sua creazione.
Nupedia e Wikipedia continuarono a coesistere fino al 2003, quando i server della prima vennero definitivamente chiusi ed i testi incorporati in quelli della seconda. Da allora, la storia di Wikipedia ha visto una continua crescita, fino a raggiungere le 500.000 voci nel febbraio 2004, e la milionesima voce nel settembre dello stesso anno, considerando nel complesso le 105 edizioni in lingue diverse. Quattro anni più tardi le voci si erano decuplicate e a novembre 2011 le voci complessive di tutte le edizioni superavano i 20 milioni.
Nel 2008, Wikipedia entrò nel Guinness dei primati come la più grande enciclopedia del mondo, mentre nel 2009, i Webby Awards (premio annuale per i migliori siti web) hanno inserito la nascita di Wikipedia tra i dieci momenti più importanti della storia di Internet negli anni 2000-2009.
In Italia, il boom di popolarità di Wikipedia si ebbe nel 2004, quando sui mass media esplode la discussione sulla validità ed affidabilità di questo nuovo fenomeno, anche grazie ad un articolo di Umberto Eco, pubblicato su La Repubblica e ampiamente basato sulle voci di Wikipedia. Nel 2008 Wikipedia in lingua italiana raggiunse il traguardo delle 500.000 voci. Nel maggio 2011, le voci erano più di 800.000, trasformando l’edizione in lingua italiana nella quarta per numero di voci. Inoltre, ricorderemo tutti come, tra il 4 ed il 6 ottobre dello stesso anno, Wikipedia in italiano abbia deciso di rendersi inaccessibile, in segno di protesta contro il DDL intercettazioni, una proposta di legge che, se approvata, avrebbe permesso a chiunque di obbligare un sito web alla rimozione di informazioni ritenute false od offensive, senza dover portare prove a sostegno di una simile azione.
Nel giugno 2003 venne creata, sulla scia dei progetti Numedia e Wikipedia, la Wikimedia Foundation, un’organizzazione non profit, che racchiude tutta una serie di progetti, oltre alla nota enciclopedia:
– In Memoriam: September 11 Wiki, una sorta di memoriale dei tragici eventi che hanno scosso l’America ed il mondo intero – in seguito spostato su un proprio sito;
– Wiktionary, un progetto collaborativo per produrre un dizionario online libero e multilingue, sempre basato sul principio delle wiki;
– Wikiquote, una raccolta di citazioni;
– Wikibooks, una raccolta di e-books liberi da copyright, rivolti in particolare agli studenti;
– Wikispecies, che si propone di catalogare tutte le specie del Pianeta;
– Commons, una raccolta di file multimediali, disponibili per tutti i progetti di Wikimedia;
– Wikisource, che raccoglie documenti di pubblico dominio;
– Wikinews, con le notizie di attualità;
– Wikiversity, un progetto dedicato alle attività didattiche, con tanto di materiali per l’apprendimento.
Non mancarono comunque episodi critici: ricordiamo, nel 2005, lo “scandalo Seigenthaler”, quando un politico americano trovò affermazioni calunniose nei suoi confronti nella sua pagina biografica su Wikipedia. Dalla biografia, infatti, risultava che John Seigenthaler fosse stato sospettato di coinvolgimento nell’assassinio del Presidente J. F. Kennedy e del fratello Robert.
Queste le parole che si leggevano su Wikipedia:
John Seigenthaler Sr. was the assistant to Attorney General Robert Kennedy in the early 1960s. For a short time, he was thought to have been directly involved in the Kennedy assassinations of both John, and his brother, Bobby. Nothing was ever proven.
John Seigenthaler moved to the Soviet Union in 1972, and returned to the United States in 1984.
He started one of the country’s largest public relations firms shortly thereafter.
In seguito alla denuncia pubblica e, poi, dell’identificazione del colpevole (Brian Chase) i curatori del progetto decisero di stabilire alcune misure di sicurezza e tutela, introducendo le pagine semiprotette, il blocco a breve scadenza, nuovi template e la funzione “cancella subito”.
Il 24 marzo 2010, a causa di un problema di surriscaldamento di un server in un data center ad Amsterdam, si verificò lo shutdown del sito di Wikipedia per alcune ore. Non sono chiare le cause che hanno portato al surriscaldamento del server, tantomeno quelle che non hanno permesso il funzionamento del meccanismo di failover, che, in caso di simili incidenti, reindirizzano il traffico verso un altro data center funzionante, in questo caso, al data center in Florida.
Infine, considerato anche l’ambito di interesse di OMeGA News, è utile ricordare alcuni tentativi di censura e blocco dell’enciclopedia da parte dei Governi di alcuni Paesi. Pensiamo, tra gli altri, ai blocchi attuati in più occasioni dalla Repubblica Popolare Cinese, o al blocco per 2-3 giorni, nel corso del 2005, da parte del governo iraniano, per voci considerate diffamatorie nei confronti dello Stato.
Ed oggi, di fronte alla protesta di Wikipedia in lingua inglese, resta aperto il dibattito tra l’utilità di avere a disposizione fonti di informazione libere e il potenziale pericolo che ciò potrebbe rappresentare per quegli attori che, invece, preferirebbero avere tutto sotto controllo. Un po’ come un Big Brother alla Orwell riadattato al Terzo Millennio.
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