Pervenuta tramite Rasdroma, pubblichiamo la Dichiarazione dell’On. Carmen Motta, del PD, coordinatrice intergruppo parlamentare di amicizia con il Popolo saharawi
«Il tribunale militare di Rabat del Regno del Marocco ha emesso una sentenza inaccettabile contro 25 attivisti saharawi, in carcere da oltre due anni, accusati di violenze e di uccisione di militari marocchini durante lo sgombero del campo di Gdeim Izik nel novembre 2010 da parte delle autorità marocchine».
«Sono state inflitte condanne pesantissime (nove ergastoli, quattro a trent’anni, sette a venticinque, tre a vent’anni e due imputati hanno scontato la condanna con la carcerazione preventiva), senza prove certe, senza reali garanzie per i diritti della difesa, come riportato da agenzie internazionali dei diritti umani. Il processo ha sancito una decisione già scritta in palese violazione dei più elementari diritti all’equità e alla difesa, attribuendo il verdetto ad un tribunale militare anziché civile».
«Ancora una volta, e in modo pesantissimo, vengono calpestati i diritti umani e il diritto internazionale. Dopo queste condanne la soluzione della questione saharawi e del Sahara Occidentale diventa ancora più impellente e necessaria per la pace in Nord Africa e nel rispetto delle risoluzioni dell’ONU sull’autodeterminazione del popolo saharawi. Alla missione MINURSO dell’ONU deve essere affidato il mandato di verificare il rispetto dei diritti umani nel Sahara Occidentale da parte del Marocco. Ci appelliamo al Governo Italiano perché intervenga presso le autorità marocchine affinché sia rispettato il diritto internazionale, i diritti umani del popolo saharawi e riaperto il caso dei 25 attivisti condannati senza equo processo e diritto alla difesa».