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Mediterraneo, nuovi scenari e prospettive – La situazione cambia decisamente sotto la spinta di fattori destinati a modificare radicalmente la storia non solo del Mediterraneo, ma del mondo intero.
Innanzi tutto l’avvento dell’Islam. Dopo la morte di Maometto, avvenuta nel 632, la sua religione si diffuse rapidamente nella penisola araba, completamente sottomessa, nella Palestina, avanzò sino a Damasco e, a seguito dell’importante vittoria contro i Bizantini nella battaglia dello Yarmuk (636), penetrò nella regione mesopotamica sino al Tigri e all’Eufrate. Subito dopo si allargò contemporaneamente su due diverse direttrici: Persia ed Asia centrale sino all’India e, dall’altra parte, Egitto (Alessandria, 643) e tutta la costa nord africana. Forti della conquista dei cantieri egiziani, i musulmani divennero anche potenza marittima e, varcato lo stretto di Gibilterra, occuparono la Spagna e lì si fermarono, sconfitti dai Franchi quando tentarono di raggiungere la pianura di Tolosa. La forza morale dei combattenti islamici fu così efficace e le popolazioni convertite così sensibili e ricettive che la gran parte delle battaglie combattute sono state vinte nonostante lo svantaggio numerico: a Yarmuk 25000 Arabi sconfissero 50000 Bizantini; 4000 invasori sconfissero l’enorme guarnigione egiziana composta di 30000 combattenti; 18000 uomini furono capaci di conquistare con relativa facilità l’enorme Impero persiano.
Le scorribande islamiche stimolano l’attività marinara nel Mediterraneo. Dopo le molte ondate barbariche dal Nord Est e l’espansione della cultura araba, sospinta dalla forza della nuova religione, che porta in un mondo decadente e corrotto una ventata di fresca voglia di rinnovamento, cambia lo scenario e viene stimolato il commercio con l’Oriente, più o meno lontano. Il commercio vuol dire navi e navigazione, circostanza che favorisce le città costiere indipendenti (de iure o de facto), economicamente autonome, per tradizione, politica e cultura interessate alla navigazione e ai traffici marittimi, in possesso di una propria flotta e di possedimenti e rappresentanze consolari nelle principali città mediterranee, battenti una propria moneta accettata in tutto il Mediterraneo, con proprie leggi marittime, proprie rappresentanze armate nelle Crociate e ruolo attivo e nella repressione della pirateria. A partire dall’XI secolo, a seguito dell’azione di stimolo esercitata anche dalla chiesa di Roma attraverso le crociate, la marineria dell’area costiera del Mediterraneo, già attiva a sostegno dei traffici commerciali, che la sostenevano a loro volta, diviene di gran lunga quella predominante e dà vita a fenomeni di grande progresso e civiltà. Le Repubbliche Marinare ne furono l’espressione sublime.
Scrive Braudel a pag. 8 del suo intramontabile “Mediterraneo”: «Le ricchezze più preziose vengono dal mare, centro dei trasporti. Padrone delle ricchezze è chi domina il mare. ….. Nel IX e nel X secolo all’apice della sua civiltà, l’Islam è stato incontrastato dominatore del mare. … I Cristiani “riescono a malapena a far galleggiare una tavola”. A partire dall’XI secolo, però, e più tardi grazie al continuo movimento delle crociate, la situazione comincia a ribaltarsi. Le navi delle città italiane diventeranno padrone incontrastate di tutta la superficie del mare. Le navi bizantine vengono eliminate, quelle dell’Islam respinte. II mare nel senso stretto del termine, la superficie acquatica, è conquistato dai cristiani con le navi da guerra, le navi pirata, le spedizioni guerriere e, ultima forma di protezione, le sempre più numerose navi mercantili. Con tale redditizio e lungamente reiterato gioco l’Italia, a nord della linea Firenze-Ancona, diventa la zona più attiva, la più ricca dell’intero Mediterraneo»
Le Repubbliche Marinare – Gli elementi che caratterizzarono queste città furono:
– l’indipendenza (de iure o de facto);
– autonomia, economia, politica e cultura basate essenzialmente sulla navigazione e sugli scambi marittimi;
– il possesso di una flotta di navi;
– la presenza nei porti mediterranei di propri fondachi e consoli;
– la presenza nel proprio porto di fondachi e consoli di città marinare mediterranee;
– l’uso di una moneta propria accettata in tutto il Mediterraneo e di proprie leggi marittime;
– la partecipazione alle crociate e/o alla repressione della pirateria.
La definizione di repubbliche marinare, nata nel 1800, si riferisce alle città portuali italiane che a partire dal Medioevo godettero, grazie alle proprie attività marittime, di autonomia politica e di prosperità economica. La definizione è in genere riferita in particolare alle quattro città italiane i cui stemmi sono riportati nelle bandiere della Marina Militare e della Marina Mercantile: Amalfi, Genova, Pisa e Venezia. La bandiera della marina si fregia degli stemmi di queste quattro città dal 1947.
Oltre alle quattro più note, tra le repubbliche marinare si annoverano, però, anche Ancona, Gaeta, Noli e la repubblica dalmata di Ragusa/Dubrovnik; in certi momenti storici esse ebbero un’importanza non secondaria rispetto ad alcune di quelle più conosciute.
La parabola delle fortune delle città si possono sintetizzare come segue: Amalfi (tre secoli, dall’839 al 1131), Ancona (cinque secoli, dall’XI secolo al 1532), Gaeta (tre secoli, dall’839 al 1140), Genova (otto secoli, dal 958 al 1797), Noli (sei secoli, dal1192 al 1797), Pisa (quattro secoli, dall’XI sec. al 1406), Ragusa/Dubrovnik (otto secoli, dall’XI sec. al 1808), Venezia (undici secoli, dal 687 al 1797).
Oltre a monopolizzare i commerci con l’Oriente, esse ebbero spesso parte attiva nelle operazioni belliche delle Crociate, riuscendo, così, a consolidare la propria posizione commerciale di concessionari e monopolisti di taluni traffici nelle zone più ricche di spezie e metalli preziosi. Per dare un’idea della simultanea progressività tra sviluppo delle Repubbliche Marinare e svolgimento delle Crociate, si ricorderanno di seguito le date di svolgimento di queste ultime:
– Prima Crociata: 1095-1127
- Crociata dei poveri: Marzo 1096
- Crociata informale dei Tedeschi: Maggio 1096
- La crociata dei nobili o dei Baroni: 1097-1127
– Crociata del 1101
– Seconda Crociata: 1147-1149
– Terza Crociata: 1189-1192
– Quarta Crociata: 1198 – ///
– Quinta Crociata: 1217-1221
– Sesta Crociata: 1228-1229 – Federico II
– Settima Crociata: 1249-1250 – Egitto
– Ottava Crociata: 1270 – Tunisia
– Nona Crociata: 1271-1272
– Crociata alessandrina: 1365 – M.O.
– Crociata contro gli Albigesi: 1209-1229 – Contro i Catari – Bandita da papa Innocenzo III nel 1208 per estirpare il catarismo dai territori della Linguadoca.
– Crociata contro i Forlivesi
– si situa nel XIV secolo, nel corso del tentativo del cardinale Egidio Albornoz di recuperare al potere Papale le Marche e la Romagna
– Crociata contro Federico II
– (1229-1230) fu un’iniziativa di papa Gregorio IX contro l’imperatore
– Crociate del Nord, o Crociate baltiche sono le crociate organizzate tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo contro l’ancora pagana Livonia, che provocarono l’effettivo ingresso nel cristianesimo dei popoli baltici
In nessun’altra epoca, né precedente, né successiva, il Mediterraneo sarà più fiorente e denso di navigazione. Commerciale, bellica, d’ogni genere. Lo splendore delle Repubbliche marinare e le spedizioni dell’Europa in Medio Oriente, meglio conosciute come “Crociate”, cui parteciparono anche rappresentanze delle città italiane, segnarono l’apoteosi del Mare Nostrum, conferendogli un ruolo di raccordo e di cerniera che non avrà mai più. Che, al contrario, diverrà sempre più nei secoli successivi una frontiera ed una cortina impermeabile.
Quanto alle Crociate, esse furono dense di significati e di obiettivi. Una esigua componente praticante perseguì effettivamente la liberazione dei luoghi santi del Cristianesimo dalla soggezione musulmana. In questa categoria andrà inserita, e ci piace citarla tra tante, la presenza di Francesco d’Assisi e di dodici confratelli, partiti da Ancona e ricongiuntisi alle truppe della 5a crociata. Famoso rimane il suo tentativo di convertire il Sultano d’Egitto, Malek el-Khamel, l’ultimo grande della dinastia degli Ayyubidi, che, pur resistendo alle argomentazioni di Francesco ed agli incitamenti dei suoi di giustiziarlo, finì per apprezzarne e rispettarne la forza morale. Ma le Crociate furono tante altre cose. Il tentativo di rivincita di Carlomagno contro Maometto, il ritorno in Mediterraneo dell’Europa continentale, la conquista dei mercati orientali. E tante altre motivazioni minori, non escluse talune regolazioni di conti domestici, esportati in Palestina.
Un bagno di sangue per tutti i contendenti, che ha regolato molte più cose in campo laico e nei Paesi “sending”, di quanto sia riuscito a risolverne in Terra Santa.
Ma, soprattutto, visto con occhi postumi, il tentativo riuscito, come vedremo in seguito, dei nuovi Stati mitteleuropei di riprendersi il Mediterraneo e di esercitare la propria influenza sui Paesi rivieraschi.
Enrico La Rosa
Nota (*) Le cartine indicate con la denominazione “Rizzoli Larousse, 1973” sono state gentilmente concesse dalla Casa Editrice Larousse, Paris. Esse sono state pubblicate nel fascicolo delle carte allegato alla «Storia Universale» in quattro volumi, pubblicata da Rizzoli Larousse nel 1973.