La letteratura algerina in lingua francese si sviluppa a partire dagli anni 40 del Novecento e, sin dal suo esordio, si presenta al lettore come una letteratura dell’esilio, dell’erranza e dell’identità: come conseguenza del colonialismo, lo scrittore vive il conflitto tra la cultura francese e quella arabo-musulmana, ed esprime, attraverso la scrittura, la propria quête identitaire, individuale e collettiva allo stesso tempo.
Inizialmente assenti nel paesaggio letterario algerino, l’attività delle donne negli ultimi decenni è diventata sempre più rilevante, rimediando, sebbene parzialmente, al silenzio del passato. Tra le più conosciute scrittrici algerine contemporanee, Assia Djebar, pseudonimo di Fatma Zohra Imalayène per timore della reazione del padre alla sua attività di scrittrice, è sicuramente un’autrice di grande interesse, capace di coinvolgere ed emozionare anche il lettore più distratto. La sua voglia di raccontare la sua epoca, quella coloniale e postcoloniale dell’Algeria, il suo paese e la sua cultura, ma soprattutto le donne della sua terra, si esprime già durante l’invasione coloniale francese.
Assia Djebar nasce a Cherchell, in Algeria, nel 1936, da una famiglia all’incrocio tra diverse culture e tradizioni: suo padre, infatti, di modesta estrazione sociale, era un insegnante nelle scuole della colonia e faceva parte del ramo riformista e nazionalista della cultura araba; sua madre, invece, discendeva da una ricca famiglia aristocratica di origine berbera e trasmise alla figlia il ricco patrimonio culturale algerino. Assia Djebar, sin da piccola, era consapevole della condizione fortunata di cui godeva rispetto alle altre ragazze algerine, velate e private del diritto all’istruzione.
Proprio per queste donne Assia Djebar scriverà gran parte delle sue opere, per dar voce al silenzio delle sorelle imprigionate dietro le mura delle case, analfabete e senza volto, per coloro che sono escluse dalla storia e dalla scrittura.
La vita e la ricca produzione letteraria della scrittrice sono inscindibili dalla storia coloniale e postcoloniale dell’Algeria. La scrittrice, infatti, vive in maniera conflittuale la presenza dello straniero colonizzatore nella sua terra, soffrendo, sia come donna sia come intellettuale, per la politica coloniale francese, che ha lasciato in eredità un Maghreb linguisticamente e culturalmente dicotomico. Sebbene imposta, la lingua francese diventa un ponte tra le due culture, tra il mondo arabo musulmano e quello occidentale, due mondi in apparenza così diversi che Assia Djebar fa convivere nelle sue opera grazie alla sua identità dell’entre-deux, oltrepassando le frontiere del tempo e dello spazio.
Prima autrice del Maghreb a essere ammessa all’Académie Franҫaise, Assia Djebar, scrittrice algerina di espressione francese, libera, attraverso la sua vasta produzione letteraria, la lingua francese del suo carattere dispotico e autoritario, trasformandola in un dono, con il quale la scrittrice racconta tutto l’amore per la sua terra. Le sue opere, rivolte all’Altro, alla Francia e all’Occidente, diventano, pertanto, un contro-dono da restituire, trasformando la lingua francese da lingua imposta in lingua dell’ospitalità, superando l’opposizione tra colonizzato e colonizzatore, tra Francia e Algeria, tra la sponda sud e quella nord del Mediterraneo.
Grazie alla sua triplice carriera di scrittrice, storica e sociologa, Assia Djebar scrive delle opere di grande effetto, opere autobiografiche, storiche e polifoniche allo stesso tempo. La scrittura diventa la sua terra, un luogo in cui, utilizzando le parole del critico palestinese Edward Said, «i territori si sovrappongono e le storie si intrecciano».
Deborah Nancy Simeone