Riceviamo e pubblichiamo molto volentieri questo intervento che alimenta il dibattito generato dalla nascita di questo giovane Osservatorio e del suo giornale “omeganews”, arricchendone le pagine, che come vele al vento portano il giornale a solcare le onde e approdare sulle varie coste di questo nostro Mediterraneo pieno di storia, cultura, risorse, passioni.
Si tratta della dichiarazione di intenti della “proprietà”, ossia dell’ Osservatorio Mediterraneo di Geopolitica ed Antropologia, che è proprietario del giornale, nella persona del suo Presidente: Prof. Giorgio Cortellessa (La Redazione).
di Giorgio Cortellessa
Pochi mesi fa, era metà novembre dell’anno 2010, un gruppetto di persone di varia età e con differenti attività si sono riunite e hanno deciso di costituire una Associazione battezzata OMeGA in cui le due lettere Me sono le iniziali della parola “Mediterraneo”.
Il proposito era ed è non solo di approfondire i problemi geopolitici e ambientali del mare Mediterraneo e delle terre che lo racchiudono, ma anche di dar luogo a azioni concrete per far sì che soprattutto gli italiani più giovani potessero, attraverso stage in loco, toccare con mano le situazioni socioeconomiche, politiche e ambientali. Si sarebbe così iniettata un poco di cultura in una frazione, ancorché piccola, della società italiana che, invece, è lontanissima dal rendersi conto che l’Italia è il centro di un’area geopolitica molto importante. Nel secolo diciannovesimo l’impero ottomano scriveva i documenti diplomatici da inviare nei Paesi mediterranei, in italiano dato ché era la lingua riconosciuta da tutti tali Paesi come il veicolo diplomatico per eccellenza.
Ancora oggi, malgrado tutte le vicissitudini di una politica internazionale inquinata da fattori strettamente legati agli scambi commerciali, se non alle speculazioni, l’Italia deve giocare un ruolo fondamentale nel Mediterraneo. Però, perché questo accada, occorre che un numero crescente di persone, soprattutto appartenenti al livello culturale più elevato, approfondisca le tematiche geopolitiche e ambientali. Occorre istituire una corretta dialettica di soggetti che vengano posti su un piano di eguaglianza e dignità, soggetti dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, soggetti di paesi che si sono oramai saldamente affacciati alle tematiche dello sviluppo. Ma sarebbe grave errore trascurare la necessità che questi Paesi, oggi attraverso sconvolgimenti rivoluzionari, si dotino di una struttura interna in cui i vari strati della società non solo possano colloquiare, ma anche decidere, con metodi democratici, del futuro di ogni Paese.
Cosa vuol fare OMeGA in questo senso? Non si pone come un Maestro che insegni democrazia e sviluppo, ma, tatticamente, come un interlocutore che studia e impara i problemi degli altri, del nostro prossimo e attraverso iniziative comuni rende noto alla comunità italiana che occorre collaborare, depurare la nostra azione da residui di colonialismo spesso mascherati da contratti, vantaggiosi spesso per una sola delle parti, per noi, mentre questi Paesi, a volte, sono remunerati con il sostegno di governi autoritari. Da qui accade che i sommovimenti che già si percepivano sotterranei pochi mesi fa, ora sono esplosioni di violenza che non possono essere condannate dato ché, analizzandole, si legano alle difficoltà di vasti strati di popolazione di quei Paesi che hanno livelli al disotto della mera sussistenza.
La nostra Associazione vuole studiare, confrontarsi con i governi e le popolazioni, porre i giovani italiani nella condizione di sapere e di capire. Sembrerebbe poco, ma a fronte della inerzia, per non dire di peggio, di chi avrebbe dovuto fare opera di conoscenza e di approfondimento, non è un compito trascurabile.