di Adriano Cirillo
Si riaccende la fiammata fondamentalista in Europa.
Dopo Spagna, Inghilterra e Olanda, ora la Francia.
Abbiamo notato che, quando l’economia europea è in difficoltà, è frequente il fenomeno di esplosione dell’odio verso gli stati nazionali, che attraverso l’incentivazione della sicurezza collettiva cercano di tutelare la vita democratica.
Ma allora perché accade l’esplosione di violenza che miete tante vittime innocenti? L’Europa continua la sua corsa medievale verso l’isolamento tendendo a chiudersi all’interno di mura alte e rassicuranti. I bastioni sono Melilla, Ceuta, Alexandroupolis e su a nord a Calais, dove la Francia incontra la Gran Bretagna fuori dalle mura.
Africa Asia e Medio Oriente una babele di migranti che in nome di un futuro migliore sono attratti dal miraggio europeo. L’Europa non è a rischio terrorismo islamista come qualcuno vuole far credere per motivi di opportunità politica. È, piuttosto, a rischio disintegrazione sociale, dovuta a una welfare policy non più adeguata a causa dell’enormità di risorse pubbliche volatilizzate da politiche spesso malsane, che potrebbero essere destinate alla realizzazione di ammortizzatori sociali e infrastrutture pubbliche.
L’Europa interpreta il Frontex come prevenzione del fenomeno migratorio, ma non pianifica politiche di aiuti per Libia e Iraq che da sole potrebbero soddisfare, se stabili, gran parte delle esigenze europee. L’esasperazione di violenza quindi è dovuta ad un solo motivo: l’emarginazione che gruppi anche della stessa etnia o religione subiscono in contesti sociali di periferie abbandonate e di permanente esclusione.
La Francia è, però, figlia della democrazia e la risposta che tutti si aspettano è che non si ripeta l’efferatezza della violenza in nome di una religione. Occorrerà che intere comunità perdano parte della loro identità per uniformarsi alla società francese anche nell’immanente situazione di scarsità di risorse. è necessario in questo particolare momento che tutti si sentano francesi e che tutti si sentano uguali. Ogni atto di violenza genera la regressione sul piano delle libertà individuali e della vita democratica.
Adriano Cirillo