di Adriano Cirillo
La guerra nell’est Ucraina nelle ultime settimane sta subendo un’accelerazione inaspettata. La delicata situazione del Donbass sta ponendo la Russia in stato d’allerta, combattuta dall’eventualità di ingresso con proprie truppe nelle aree a maggioranza russofona, nelle quali – in circa un anno di combattimenti con le truppe regolari – hanno già lasciato a terra oltre 4000 morti e distruzioni incalcolabili nelle città e nelle infrastrutture a ridosso delle due città simbolo di Doneck e Luhansk.
Si possono cogliere molte analogie con qualcosa accaduto quasi 80 anni or sono: tavoli per trovare la pace e per evitare una guerra su larga scala. Come i Sudeti tedeschi all’interno della Cecoslovacchia manifestarono a favore della Germania, ora il Donbass russofono chiede l’Anshluss alla madre Russia. Eppure la Russia non è certamente la nazione tedesca nazista, la Russia di oggi è uno stato che risorge dalle ceneri di una Unione Sovietica che per venti anni dopo il 1991 è stata praticamente annullata in politica estera dalla politica americana ed europea in espansione verso i paesi centro europei e in alcuni casi centro asiatici. La Russia riprende un ruolo plurisecolare, sia con metodi democratici attraverso la creazione di organismi sovranazionali (ultimo e più significativo esempio l’Unione Economica Euroasiatica), sia in occasione di azioni militari, come in Georgia dove sono nati due stati fantoccio asserviti a Mosca.
L’Ucraina è strategica, un vero punto di non ritorno per Mosca, se vuole evitare il dispiegamento di truppe NATO praticamente a 200 km da Mosca. Deve quindi essere destabilizzata nella prospettiva della sicurezza nazionale russa, ovviamente di somma priorità. La Russia crea (per ora solo sulla carta) la Nuova Russia, uno stato nello stato Ucraino, il 40% di esso, tutto disteso sul mar Nero così importante per le vie di comunicazione energetica e a rischio di divenire una novella “cuba” per Mosca. Per ora il Donbass non sarà oggetto di accordi tesi alla sua reintegrazione nell’Ucraina. Ucraina che, secondo i calcoli della dirigenza russa, oggi è filo occidentale, ma un domani non troppo lontano, con il fallimento economico e militare di Kiev, potrebbe frammentarsi velocemente in due stati: uno russo fino alla Transnistria e l’altro filo occidentale da Kiev fino a Leopoli.
Solo allora gli interessi Russi saranno garantiti e tutti, proprio tutti tranne gli USA, potranno concentrarsi sul reale pericolo costituito dall’ISIS, che si afferma nelle aree ricche di petrolio del medio oriente.
In attesa dell’avanzata di primavera secondo le tattiche più volte lette sui libri di storia (Napoleone, secondo conflitto mondiale) nella vasta pianura del Don e del Dniepr, resta solo da attendere che l’attenzione mediatica europea si sposti sull’area mediorientale.
Di seguito l’Ucraina e l’area costituente la Nuova Russia
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Adriano Cirillo