Libia, un aggiornamento all’8 marzo 2015

di Luigi R. Maccagnani

Finalmente il delegato UNSMIL, Bernardino Leon, è riuscito a mettere intorno ad un tavolo i rappresentanti delle varie fazioni che si affrontano in Libia.

La riunione si è tenuta Venerdi 6 e Sabato 7 marzo a Skhirat, cittadina della costa Atlantica tra Rabat e Casablanca, coordinata dal delegato ONU ed accolti dal ministro degli esteri del Marocco, HE Salaheddine Mezouar.

Ventitre i partecipanti Libici: si contano sei delegati HoR (House of Representatives – parlamento cosiddetto “riconosciuto” dal mondo internazionale), cinque membri del “nuovo” GNC, questi i due contendenti principali, il primo con sede Tobruk e “legittimato” dalle elezioni del Giugno 2014 cui fa capo il Governo di Al Thinni, gli altri parte del congresso che hanno disconosciuto il valore legale di dette elezioni ed hanno costituito un Governo alternativo con sede a Tripoli, diretto da El Hassi; gli altri dodici sono nella maggior parte eletti in elezioni precedenti ex-parlamentari del NTC (National Transitional Congress), o del primo GNC del 2013, tutte persone di rilievo come Mustafa Abushagour, già Vice Primo Ministro con Al-Kib o Nuri Elabbar, presidente dell’alta Commissione per le Elezioni Nazionali, mentre i delegati HoR sono guidati dal loro Vice Presidente, Emhemed Shoaid, stessa carica per il rappresentante del “nuovo” GNC, Al Makhzoum.

Al momento sono abbastanza incerti i risultati del primo round di colloqui, i delegati sono di ritorno in Patria per consultazioni ed hanno in programma di ritornare a Skhirat Mercoledi pv per un secondo round di discussione, auspicabilmente in grado di concordare sulle priorità e condizioni per formare un Governo di Unità Nazionale.

Le prime indiscrezioni indicano che l’eventuale PM non possa avere doppia Nazionalità, e non essere coinvolto con alcun gruppo politico – o provenire da un’area – al momento parte della crisi in corso (cose che escluderebbero un gran numero di potenziali candidati!). Sembra comunque che, alla prima formulazione di possibili candidati di parte, l’atmosfera si sia surriscaldata con i rappresentanti HoR minaccianti di ritirarsi dai colloqui.

Altre indiscrezioni indicano che il Governo di Unità dovrebbe essere molto snello, e tra le priorità principali la sicurezza, la smobilitazione delle milizie, il sequestro delle armi, l’apertura di aeroporti e porti.

Il Delegato ONU, Bernardino Leon, che ha moderato la riunione, ha dichiarato che l’avere insieme a discutere HrO e GNC è sicuramente un “breakthrough”, sebbene simbolico: rimane da vedere, nella situazione corrente del Paese, se gli uomini di buona volontà che si sono riuniti a Skhirat abbiano sufficiente carisma ed autorità per controllare i warlords che con le loro bande controllano il territorio.

Poco possono, ne sono fermamente convinto, i tradizionali Capi Tribù, che furono – ben sicuro – determinanti alla fine della seconda Guerra Mondiale per preservare l’unità della Libia, ma le cose sono cambiate e le cento/duecento o più bande armate – che non si indentificano con le tribù tradizionali – hanno ben altri obiettivi, per non parlare dell’incontrollabilità delle poche centinaia (si parla al massimo di tre/quattrocento unità) del cosiddetto Stato Islamico o Daesh.

Nel frattempo, in Libia le cose non sono migliorate molto: mentre la LNA (Libya National Army – ref HoR) del Gen. Haftar ha dichiarato una moratoria sui bombardamenti per i giorni dei colloqui di Skhirat, i guerriglieri dello Stato Islamico hanno assaltato il campo petrolifero di Ghani (74,000 b/g di greggio) uccidendo undici guardie, catturando sette tecnici di diverse nazionalità e danneggiando le infrastrutture, due giorni fa avevano attaccato altri due campi nelle vicinanze, Dahra e Bahi e poco prima il campo di Mabruk; Ghani è a meno di 100 km a Sud di Sirte

Certo, la riunione di Skhirat, pur “simbolica”, è certamente un evento positivo, e se le due parti principali riuscissero a raggiungere un accordo e ad unirsi in un vero Governo di Unità Nazionale, forse la Libia potrebbe risalire dal baratro – ma non se l’atteggiamento della comunità internazionale rimane quella riferita da molte fonti:

la Mogherini:

“terrorismo in Libia può essere solo sconfitto con la determinazione politica ed istituzionale di un Governo Libico Unito” (23 Feb. 2015 – dopo i massacri di Guba)

“la ripresa dei colloqui tra le varie parti Libiche in corso in Marocco, spianerà la strada….. (4 Mar. 2015)

 il Delegato ONU, Bernardino Leon:

“La Libia andrà incontro ad una sua disintegrazione se la crisi politica non sarà risolta…” (Tunisi, 4 Mar. 2015)

Il Ministro degli esteri del Marocco ha preteso di incontrare tutti i delegati Libici insieme, e li ha rassicurati che il suo Paese è pronto a fare il possibile per risolvere la situazione Libica.

Uguale atteggiamento è venuto dalla Giordania.

La Germania ha riconosciuto ai rifugiati Libici il diritto all’Asilo Umanitario.

Ma le forze in campo sono sproporzionate, anche un Governo di Unità Nazionale non avrà le forze e gli strumenti necessari – sul terreno – per disarmare e sciogliere le milizie, o le varie “bande”, senza un aiuto sostanziale – e non solo a parole – della comunità internazionale.

Luigi R. Maccagnani