di Enrico La Rosa
Giovedì 10 dicembre abbiamo offerto ai nostri amici e sostenitori una serata diversa, imbottita di musica fresca e leggera come una brezza marina (forse un po’ troppo dolce, in alcuni passaggi) eseguita dai Maestri Trovalusci e Rossi, di brani decisamente mediterranei letti da Amina Magi e un effervescente monologo del “mostro”, al secolo Beppe Carrella, che ci ha guidato nel ricordo e nel sapore di viaggi reali, ma dalla parvenza fantastica, compiuti con l’avventura ed il mare nell’anima e nel cuore.
Nell’introdurre la serata si è tentato di fare un bilancio dell’attività sin qui svolta da OMeGA e dal suo periodico <omeganews.info>. I tempi stretti, l’immancabile ritardo d’inizio causato dal solito traffico di Roma, il timore di cadere nella troppo frequente ed autoreferenziale celebrazione, ha indotto il “presentatore” a tagliar corto, lasciando sul tappeto la solita incompiuta, che sarebbe dovuto forse, anzi meglio, neppure cominciare.
Ma un bilancio va fatto. Se non altro a vantaggio degli amici che ci seguono dalla nascita, incoraggiandoci e sostenendoci anche quando i nostri stessi soci sembrano averci abbandonato.
OMeGA non è un impresario artistico e non intende diventarlo, né darsene le arie. Con il sostegno disinteressato di amici sinceri e brillanti come Beppe Carrella e con l’esibizione ieri del M° Velluti, oggi del trio Trovalusci-Rossi-Magi, domani chissà, e con gli ottimi manicaretti della cucina dei circoli Pio IX dell’Esercito e Caio Duilio della Marina, abbiamo voluto ricambiare il sostegno, anche finanziario, degli spettatori, suggellando un’amicizia che speriamo possa divenire sempre più solida ed estesa a tanti altri comuni amici.
Ma perché OMeGA va sollecitando un sostegno “anche finanziario”?
E’ presto detto! Al momento (mai dire mai!), OMeGA non ha sponsor, né protettori, né referenti nel mondo delle Istituzioni, della politica, delle Imprese. In nessun campo. Il suo giornale, <omeganews.info>, non è neppure collettore di pubblicità. L’Associazione viene gestita con oculatezza da “padre di famiglia” e non ha grandi spese, pubblica analisi e articoli, più le prime che i secondi e, da poco, ha ripreso a coltivare l’organizzazione di eventi congressuali. Sia gli articoli/analisi, scritti/eseguite da amici e sostenitori, sia la partecipazione come relatori di personaggi molto conosciuti, provenienti dal mondo della politica, della diplomazia, dell’università e del giornalismo sono stati sinora a costo zero. Ciò che pesa sul bilancio di OMeGA sono le spese per i musicisti professionisti, per le prestazioni tecniche (sonoro e video) e per l’organizzazione di parentesi o conclusioni conviviali.
OMeGA, quindi, non specialista geopolitico, ma organizzatore e contenitore. Soprattutto cultore del Mediterraneo, di tutto ciò che vi accade, di tutto ciò che fanno i suoi abitanti: tradizioni, cultura, aspirazioni, ideali e ritmi di vita. Il suo obiettivo principale consiste nel favorire la conoscenza e la promozione dell’area mediterranea e favorire lo svolgimento di ogni attività possa sviluppare empatia ed amicizia. Diffondere informazioni continue ed aggiornate sui fatti della Regione e dei Paesi che la abitano, elaborare documenti periodici sulla situazione politica sociale economica di detti Paesi e sullo stato delle relazioni tra di essi ed il mondo esterno. Raccontare le masse e non solo le elite. E’ una visione umanistica della geopolitica, che non trascura gli influssi della sociologia e della psicologia collettiva, né del substrato di esperienze cumulate nel tempo nei singoli contesti geografici, incisi nel DNA di ogni singola Nazione.
Sarà comprensibile da quanto detto l’approccio metodologico scientificamente rigoroso e panoramico nelle tematiche promosse dall’Osservatorio Mediterraneo di Geopolitica e Antropologia, ma anche la forte caratterizzazione conviviale che cerca di sviluppare all’interno della comunità dei suoi estimatori, relatori, lettori e amici.
Per formare una community coesa ed amante del Mediterraneo, disposta a lavorare su progetti di sviluppo dell’idea di una comunità mediterranea, amante della cultura e dell’analisi della realtà circostante con gli occhi della sociologia antropologica, prima ancora che con quella degli esperti di intelligence, information security, netcentrismo.
Non chiediamo fondi (a parte un annuale modesto contributo per l’organizzazione del concerto di Natale), né potere, né fama. Solo amicizia e amore per il Mediterraneo.
E’ troppo?
Enrico La Rosa