La questione Israele-Palestina

di Luigi R. Maccagnani

Il primo atto di politica estera del nuovo presidente degli Stati Uniti di America, Donald Trump, è stato un colloquio telefonico di con Benyamin Netanyahu; un incontro fra i due è stato fissato per il prossimo Febbraio; il Premier Israeliano si attende dalla nuova amministrazione americana di sconfessare la risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza. Il genero di Donald Trump, Jared Kushner, di fede ebraica, ha giurato il 22 Gennaio, come Senior Advisor del presidente: l’unico – ha detto Trump – che può portare la pace in Medio Oriente.

Parigi, 15 Gennaio 2017 – Conferenza per la Pace nel Medio Oriente

Si è tenuta a Parigi, lo scorso 15 Gennaio, una riunione plenaria centrata sulla situazione Israele-Palestina, promossa dalla Francia alla vigilia della riunione del CdS del 23 Dicembre scorso in cui è stata emanata la citata risoluzione 2334, che ha sancito l’illegalità della confisca di territori palestinesi occupati da Israele dopo la guerra dei sei giorni del 1967 (vedi mappa nell’articolo http://www.omeganews.info/?p=3102).

Presenti alla riunione, presieduta dal presidente Francese Hollande, i rappresentanti di 75 nazioni, tra cui tutti quelli dei Paesi UE e del G20, della Lega Araba, oltre al rappresentante della politica estera europea, Mogherini. Gli Stati Uniti erano rappresentati da John Kerry, il cui peso politico – a 5 giorni dall’istallazione della nuova amministrazione – era meno che simbolico, mentre il segretario delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha delegato in sua vece Nickolay Mladenov – inviato speciale per il Medio Oriente.

Assenti i rappresentanti di Palestina ed Israele, nonostante Abu Mazen (Mahmud Abbas) fosse a Parigi (avrebbe incontrato Hollande nei giorni successivi), mentre Netanyahu aveva già classificato la conferenza come una “inutile farsa”, ribadendo con il ministro degli esteri Norvegese, Borge Brende (in visita a Tel Aviv per un accordo bilaterale) che la riunione era già predisposta per una posizione anti-Israele e che avrebbe avuto effetti negativi sul percorso dei negoziati di pace per il conseguente irrigidimento della posizione Palestinese.

Di fatto la conferenza ha ripreso i temi della risoluzione 2334 del Consiglio di sicurezza, nonché delle posizioni del Quartetto per il Medio Oriente (ONU, EU, Stati Uniti e Russia) sul tema “Road Map to Peace in the Middle East”, reiterate dal 2001 ad ogni incontro.

Perplessità sono state espresse, particolarmente dalla Lega Araba, sulla paventata decisione di Donald Trump, a cinque giorni dalla sua installazione, di trasferire l’ambasciata USA a Gerusalemme, interpretandola come una provocazione che porterebbe a pesanti conseguenze.

La dichiarazione finale ha fatto stato del fatto che solo negoziati bilaterali tra le due parti permetteranno di trovare una soluzione al conflitto, per rispettare le legittime aspirazioni ed i diritti dei due popoli.

Nel frattempo diverse fazioni Palestinesi hanno ribadito i commenti fatti alla dichiarazione di Kerry del 28 Dicembre: “troppo poco, troppo tardi”, mentre Abu Mazen sostiene che la richieste alle due parti di negoziare direttamente non può essere presa seriamente, visto che la continua politica di confisca di territori Palestinesi impedisce ogni possibilità di dialogo, e che se la paventata decisione del neo presidente USA di trasferire l’ambasciata Americana da Tel Aviv a Gerusalemme dovesse avverarsi, confermerebbe questa ipotesi. Abu Mazen spera in una possibile conferenza coordinata dalla Russia, che pare si sia ritirata dal “Quartetto” e che sta attuando una politica di penetrazione nel Medio Oriente (ma anche in Libia?).

Israele ha nel frattempo continuato, a dispetto della 2334, il processo di occupazione e consolidamento dei propri insediamenti nei territori Palestinesi, arrivando al punto di scongelare, immediatamente dopo la conversazione telefonica tra Netanyahu e Trump, la costruzione di 566 palazzine -2600 unità abitative- nei sobborghi di Gerusalemme Est.

La Risoluzione 2334:

http://www.un.org/en/ga/search/view_doc.asp?symbol=S/RES/2334(2016)

alla data:

Membri permanenti: Cina, Francia, UK, Russia, USA

Membri non permanenti 2016: Angola, Malesia, New Zeland, Spagna, Venezuela, Egitto, Giappone, Senegal, Ucraina, Uruguay

(Egitto, Giappone, Senegal, Ucraina ed Uruguay hanno terminato il 31-12-2016, sostituiti da Bolivia, Etiopia, Kazakistan e Svezia per il biennio 2017-2018, e dall’Italia limitatamente al 2017 e Olanda per il 2018).

Luigi R. Maccagnani