di Anna La Rosa
L’Osservatorio per la Sicurezza Nazionale ha organizzato il Simposio sulle infrastrutture critiche a cui OMeGA ha partecipato come osservatore.
Alla vigilia dei festeggiamenti per il 150° Anniversario dell’Unità d’Italia, si è riunita presso il Centro Alti Studi per la Difesa la Comunità che rappresenta il patrimonio di esperienza, conoscenze, capacità tutte italiane sul tema delle Infrastrutture Critiche.
Promosso dall’Osservatorio per la Sicurezza Nazionale (OSN), un progetto del Centro Militare di Studi Strategici e di Selex Sistemi Integrati, il Simposio intitolato “La comunità Italiana delle Infrastrutture Critiche” ha scandito le attività di due giorni di lavori – il 9 ed il 10 marzo – e ha visto la partecipazione di oltre 200 persone appartenenti al mondo delle Istituzioni, della Difesa, delle Imprese, dell’Università. Tra loro, il Direttore del Centro Militare di Studi Strategici, Gen.D. CC. Eduardo Centore, e l’Ing. Luca Izzotti, Direttore delle Strategie di Selex SI, che hanno ribadito il valore di quanto realizzato all’interno dell’OSN e sancito, con questo evento, la continuità delle attività.
Quaranta i relatori – il primo dei quali è stato l’Amm.Sq. Alessandro Picchio, Consigliere Militare presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri – i quali hanno affrontato gli attuali temi legati alla protezione delle Infrastrutture Critiche: in quella che può essere definita una maratona delle idee e delle best practices italiane, i rappresentanti delle Istituzioni che hanno aperto i lavori con la prima Tavola Rotonda, presieduta dal Prof. Giorgio Franceschetti, hanno passato il testimone al mondo della ricerca e dell’Università, sapientemente moderato dal Direttore dell’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze, Gen.D.A. Pietro Valente.
Il secondo giorno, i lavori sono iniziati con un veloce tuffo nel “mondo cyber”: è questo il terreno in cui inviare i nostri scienziati sociali, i nostri tecnici, i nostri militari per affrontare le sfide (e le minacce) del prossimo futuro.
Dal virtuale, si è passati ai problemi tangibili e di ogni giorno dei settori energia e trasporti, il cui funzionamento è indispensabile per la vita del Paese. Affiora la complessità – della gestione, delle numerose minacce – e, allo stesso tempo, la notevole competenza italiana. Durante il pomeriggio del 10 marzo, sono state alcune Fondazioni e Centri Studi, con l’autorevole guida dell’Ing. Luisa Franchina, della Presidenza del Consiglio, a porre in evidenza il valore dinamico di simili iniziative.
Ai partecipanti dell’Osservatorio per la Sicurezza Nazionale, il compito di ripercorrere le parole chiave del Simposio: l’importanza di veicolare il messaggio a livello intermedio e verso i cittadini che devono vedere e sentire la sicurezza non come un elemento di forzatura; la necessità di studio quale strumento fondamentale per ridurre i rischi dell’imprevedibilità; il ruolo centrale della ricerca tecnologica e quello strategico e fondamentale delle Sinergie.
L’Osservatorio per la Sicurezza Nazionale, che – dopo cinque anni – rappresenta una comunità interdisciplinare ed interagenzia, chiude questo primo appuntamento del 2011 dimostrando la rilevanza di una accresciuta maturità nelle relazioni pubblico-private e nella fattiva cooperazione civile-militare.
A proposito dell’Osservatorio per la Sicurezza Nazionale.
Il progetto OSN nasce nel 2006 attorno all’idea strategica, maturata nell’allora Elsag e nel CeMiSS, di costituire attorno alla tematica della sicurezza, vista in modo sistemico, un luogo in cui i soggetti pubblici competenti, le Università, i detentori di infrastrutture critiche e le industrie fornitrici di soluzioni potessero condividere conoscenze, esperienze, metodologie e linguaggi. Il metodo di lavoro è teso a valorizzare la multidisciplinarietà e la cross-fertilization delle competenze. Pertanto, secondo l’approccio dell’OSN, la risposta alle possibili minacce non può che essere tecnologica e culturale, ingegneristica e umanistica. La prima, dunque, è quella di mostrarsi capace di integrare competenze diverse, affinché la propria attività di ricerca e di studio produca conoscenza, fondata su solide basi teoriche e verificata con gli strumenti della ricerca empirica. Al suo interno operano tre gruppi di ricerca – Analisi del Rischio; Infrastrutture Critiche; Comunicazione in Emergenza – ed una task force dedicata alla formazione.