di Alberto Osti Guerrazzi
Commentando il buon risultato della tavola rotonda OMeGA di Tunisi del 6 luglio scorso, AnsaMed, la sezione dell’agenzia di stampa ANSA dedicata al Mediterraneo, titolava un articolo pubblicato sul suo sito web: “OMeGA rilancia il dialogo inter-mediterraneo”.
Forse è un po’ troppo chiedere, ad una piccola associazione culturale quale OMeGA, di rilanciare un dialogo che l’attuale situazione di gravissima crisi in cui si trovano tutti i paesi del Mediterraneo impone come necessario; e che forse dovrebbe essere compito, tale rilancio, di istituzioni ben più strutturate.
E, comunque, il tentativo di OMeGA ha avuto interessanti riscontri, e si pone come un tassello piccolo ma significativo nello sforzo, portato avanti da più parti, di riavviare un confronto positivo tra tutti gli attori di quel drammatico teatro che oggi è il Mare Interno.
Anche perché la tavola rotonda di Tunisi, che aveva appunto come tema il tentativo di capire le ragioni dell’attuale stasi e proporre idee e metodologie che aiutino a superarla, non nasce dal nulla, ma è stata il frutto di un lungo percorso avviato da OMeGA ormai più di due anni fa e che si è concretizzato nel progetto “Rotte Mediterranee”, realizzato con il supporto decisivo della Fondazione di Sardegna e concretizzatosi nel suo primo anno, intitolato “Lunga la rotta del Corallo” in ricordo dei corallari sardi e tunisini, in un ciclo di 4 convegni preparatori, svolti tra Roma e Cagliari, e appunto dell’incontro di Tunisi.
Il progetto prevede che ogni anno venga svolta una serie di convegni/incontri su varie tematiche relative al dialogo inter-mediterraneo, da tenersi in varie località di paesi rivieraschi. Ad ognuna di queste iniziative sarà accomunata, ove possibile, una regata non agonistica tra barche da diporto private o noleggiate, che si svolgerà tra i porti dei paesi di volta in volta coinvolti, e che avrà la funzione di favorire la visibilità mediatica dell’evento.
I 4 convegni preparatori della Rotta del Corallo hanno visto storici, diplomatici e giornalisti di altissimo livello dibattere con passione delle varie crisi quali Siria, Libia, Egitto, migrazioni, ecc. di questi 4 convegni si è tentato una sintesi a Tunisi, sintesi difficilissima data la complessità del tema. Tutti i partecipanti, tanto a Roma che a Tunisi, concordano sul fatto che, anche se è difficile arrivare ad una soluzione, è necessario continuare a discutere.
E dunque, a cosa si trova di fronte OMeGA adesso? Adesso che in vari modi è stata riconosciuta la validità dell’impostazione del suo progetto? Che senz’altro deve andare avanti, con l’identificazione del/dei paesi che saranno oggetto dell’anno 2, ma soprattutto con l’identificazione di tematiche che forse dovrebbero essere rivolte un po’ meno all’analisi e un po’ di più all’azione. È difficilissimo, certo, considerata soprattutto la dimensione di OMeGA; ma il gruppo di studiosi, analisti, giornalisti e diplomatici che si è venuto radunando attorno all’Associazione in questi ultimi mesi lascia ben sperare.
Alberto Osti Guerrazzi