di Luigi R. Maccagnani
Il lato positivo: l’incontro non solo è avvenuto, che fra i vari tentativi di diversi paesi nei mesi scorsi, solo a maggio scorso i due si erano incontrati -freddamente – ad Adu Dhabi, ma ha anche sortito una dichiarazione congiunta in cui Serraj e Haftar hanno concordato una possibile road map in dieci punti. I principali:
- Perseguire definitivamente la soluzione politica alla crisi libica;
- Lavorare insieme per la piena attuazione degli accordi di Skyrat,
- Il Consiglio di Stato (re Skyrat) ed il parlamento di Tobruk, HoR, attori principali nel dialogo politico,
- Avere nuovi incontri e discussioni,
- Lavorare insieme per creare condizioni favorevoli per un nuovo turno di elezioni,
- Fare ogni possibile sforzo per integrare, nel limite delle reciproche intenzioni, le “forze combattenti”, milizie, nelle Forze Armate regolari.
Il testo completo:
Positiva poi la presenza di Ghassan Salamé, che ha avuto modo di interagire alla vigilia del suo insediamento come Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite per la Libia, con due degli attori principali della crisi libica.
Elezioni: Fayez Serraj aveva nelle settimane scorse lanciato la proposta di indire nuove elezioni, sembra ora si indichino come possibili nella prossima primavera: progetto ambizioso, ma di difficile attuazione. Discordi le reazioni a caldo, da una parte i membri del Consiglio di Stato largamente favorevoli, dall’altra il parlamento di Tobruk (HoR), nella maggioranza contrari e particolarmente forte la reazione del suo presidente, Ageela Saleh, che disconosce a Serraj ogni possibile delega a convocare elezioni. Da vedere ora se Haftar può mediare in HoR. Rimane comunque difficile, in un contesto così divisivo e con una popolazione largamente scoraggiata, immaginare una partecipazione significativa, e non piuttosto un ripetersi di quanto accaduto nel 2014, con una affluenza non superiore al 18% degli aventi diritto.
Scetticismo: Il presidente Macron stesso ha definito la riunione come un piccolo passo, e scetticismo è stato espresso dai maggiori quotidiani francesi, vuoi per i dubbi sull’effettivo sostegno, o delega a negoziare, a Serraj dalla sua stessa area, e per la non migliore situazione nel campo di Haftar.
Tranchant la reazione del partito Justice and Construction Party, con sede a Misurata, di area islamica e riferito ai Fratelli Mussulmani, che ha emesso un comunicato in cui sconfessa senza mezzi termini il risultato della riunione di Parigi ritenendo che qualsiasi iniziativa originata da un paese singolo è contrario allo spirito dell’accordo di Skyrat – Marocco, in quanto presuppone che risponda agli interessi particolari della stessa nazione che organizza il meeting e tende a favorire la parte che meglio risponde alle sue aspettative, aumentando – non risolvendo – le divisione tra le varie fazioni in Libia
Scarsa la copertura nel Maghreb, nulla sulla agenzia tunisina TAP, un articolo sul quotidiano in lingua inglese del Cairo, El Ahram, che, oltre a confermare il sostegno dell’Egitto al generale Haftar, che era stato recentemente invitato all’inaugurazione della nuova base militare vicino ad Alessandria, ha commenti specifici sull’irritazione Italiana per l’iniziativa francese.
Luigi Maccagnani