di Enrico La Rosa e Luigi R. Maccagnani
Come ormai ampiamente noto, il 21 dicembre è stata tenuta la riunione d’emergenza dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite su richiesta di Turchia e Yemen, come previsto dalla risoluzione 377-1950, a seguito del veto opposto dagli Stati Uniti su analoga proposta emersa nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza di lunedì 18 dicembre, convocata a seguito della decisione del presidente Trump di spostare l’ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme.
Cercheremo di spiegarne l’esito con il ricorso ai numeri.
- I Paesi membri dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sono 193.
- Di essi, 21 erano assenti. Partecipanti 172 Paesi, l’89,12% del totale, affluenza elevatissima!
- Si sono espressi “a favore” della mozione di Turchia e Yemen 128 Paesi, in rappresentanza dell’85,50% della popolazione ONU e del 65,95% del Pil dei rispettivi Paesi.
- Si sono espressi “contro” la stessa 9 Paesi, per una popolazione ONU pari al 4,25% e di un Pil pari al 25,33%.
- Gli astenuti (35) e gli assenti (21) rappresentano insieme il 10,25% della popolazione ONU e l’8,72% del Pil complessivo dei rispettivi Paesi.
Per completezza:
- Vedendola dalla parte dei presentatori della mozione, la totalità dei voti non favorevoli al provvedimento americano vede schierato il 95,75% della popolazione ed il 74,67% del Pil dei rispettivi Paesi;
- Vedendola dalla parte dei contrari alla mozione, la totalità dei voti non favorevoli alla mozione stessa rappresentano il 14,50% della popolazione ed il 34,05% del Pil dei rispettivi Paesi.
In definitiva, i NO alla mozione, che da soli rappresentano il 4,25% della popolazione ONU ed un 25,33% del Pil dei rispettivi Paesi, anche in compagnia di astenuti ed assenti, non vanno oltre una rappresentatività del 14,50% della popolazione e del 34,05% del Pil dei rispettivi Paesi.
Ma il dato di gran lunga più significativo (ed inquietante) della vicenda consiste nell’acclarata inutilità della votazione del 21 dicembre, giacché, secondo il regolamento delle Nazioni Unite, la volontà dell’Assemblea Generale, nella quale sono rappresentati tutti i Paesi iscritti, ossia la quasi totalità della popolazione planetaria, è ininfluente, assolutamente irrilevante:<non vincolante>! Molto più importante il blocco permanente in seno all’imbalsamato ed anacronistico Consiglio di Sicurezza.
Se il fondamento del vivere “realmente” democratico deve essere salvaguardato e sempre valido, non si può applicare la volontà planetaria a rappresentatività “per Paesi”, piuttosto che “per quantità di individui”. E non si può affidarla neanche ad artifizi derivanti da organizzazione strutturale mirata a fare prevalere la volontà dei Paesi più ricchi e potenti, anziché la volontà delle Nazioni più rappresentative quantitativamente e – spesso – anche qualitativamente, ancorché meno potenti e meno ricche.
Dopo la perdurante impotenza dimostrata dalle Nazioni Unite nel gestire ed appianare le crisi più acute e dolorose, si pensi per esempio alla questione palestinese ed a quella del Sahara Occidentale, si impone una radicale riforma dell’Istituzione, onde renderla maggiormente rappresentativa della volontà dei Popoli realmente prevalente.
Enrico La Rosa e Luigi R. Maccagnani
Nota: I dati dettagliati relativi ai Paesi che hanno preso parte alla votazione sono riportati nei documenti di cui riportiamo di seguito i link: