Medio Evo, splendore mediterraneo

Medio Evo, splendore mediterraneo Nella serata del 12 dicembre, presso il Circolo Ufficiali della Marina di Roma è stato presentato il libro “Medioevo, Mediterraneo e altre storie”. Il pubblico, in prevalenza composto di amanti della storia o del Mediterraneo, o di entrambi, è stato colpito dalle lusinghiere parole degli esperti che hanno accettato di parlare dei suoi contenuti: l’Ambasciatore e scrittore Mario Boffo, il prof. Mario Cereti della Sapienza, il prof. e scrittore Rocco Ruggiero della LAR, il dott. Alberto Osti Guerrazzi, scrittore editore ed elemento di punta di OMeGA. La serata ha visto l’esordio della casa editrice “OMeGA Edizioni” ed il lancio ufficiale del ciclo di sei incontri che il polo formativo LAR/UPS ha deciso di organizzare sui contenuti del libro medesimo: “un ciclo di seminari e un evento conclusivo per approfondire il complesso passaggio dall’età̀ antica a quella moderna. Dalla rottura dell’unità mediterranea all’avvento dell’Islam, il lungo e straordinario periodo che ha dato origine a quei processi di trasformazione da cui nasce il nostro tempo. Gli incontri vedranno la partecipazione di relatori ed esperti dell’Osservatorio Mediterraneo di Geopolitica e Antropologia OMeGA e del sistema associativo Libera Accademia di Roma & Università̀ Popolare dello Sport. Una modalità̀ coinvolgente per comprendere dinamiche complesse, con “finestre” aperte su cibo, musica, arti… per rendere approfondimento e conoscenza anche momento conviviale e piacevole”. Il libro è un excursus agile e sintetico della storia del Mediterraneo dalla fine dell’Impero Romano (476) alla scoperta dell’America (1492); mille lunghissimi anni che hanno visto alternarsi periodi di sviluppo e progresso a periodi di decadenza e regresso. Un millennio che ha visto i più sconvolgenti cambiamenti e lunghe pause di regresso e reazione. Nell’un caso e nell’altro sempre sperimentando i più profondi e benefici mescolamenti di genti provenienti da regioni e realtà molto diverse tra loro: dalla lontanissima Mongolia alla Scandinavia, alla Germania, alla Francia, alle isole britanniche, alle penisole iberica e italiana, alla fascia nordafricana sino alla penisola arabica e all’oceano Indiano. Studiando e approfondendo la storia del Mediterraneo, è stato fatale ripercorrere l’incipiente storia europea, che vide la trasformazione del variopinto mosaico di “province romane” nelle nuove Nazioni Europee, con le loro specifiche lingue e strutture organizzative; Nazioni che oggi, e dopo quasi 70 anni di tentativi, vedono ancora lento, e soprattutto lontano a compiersi, il cammino verso l’unità europea. La storia del Mediterraneo nel Medioevo è una storia in chiaroscuro, dove periodi di progresso si alternano ad altri di regresso e oscurantismo. Sino a non molto tempo era il racconto negativo a prevalere, con il Medioevo marchiato come “Secoli bui”. Che non sia stato così, che anzi gli aspetti positivi prevalgono su quelli negativi, è conclusione cui ormai è pervenuta la maggioranza degli storici; ed è questo punto di vista che il libro cerca, modestamente, di presentare e argomentare. Pubblico accorso più per simpatia “ad personam”, verso qualcuno dei protagonisti. Strabiliato dalle lusinghiere parole a riguardo di uno sconosciuto libro di un carneade autore, edito da una casa editrice al suo esordio. Testo di riferimento di un corso formativo/informativo della Libera Accademia Romana…! Ma, si sa, il contro corrente è sempre osteggiato: è inusuale, incompreso, quasi oscuro, fonte di turbamento. Soprattutto un libro che, anziché raccontare dei secoli bui del Medio Evo, pretende di trasmettere la gioia di un periodo splendente di luce, gioia di vivere, godimento della lettura di Aristotele e dei filosofi greci; ricco di spiritualità e misticismo; colmo di viaggi ed esplorazioni, ricchezze e commerci. Il Medioevo del Mediterraneo è stato ben altra cosa rispetto a quello buio dell’Europa continentale, dove imperversavano miseria denutrizione e povertà. Questa Europa, ricostruita essenzialmente dai monaci cristiani e nutrita dalle colture da essi reintrodotte, soprattutto i legumi e la cultura mediterranea, diede origine ad una nuova conquista del Mediterraneo, dopo quella dei barbari dell’alto Medio Evo. Una penetrazione sostenuta dalle ricchezze dei nuovi mondi e spesso camuffata da Crociate, per poter essere eticamente accettata. Ma inesorabile ed irreversibile. Ad ondate successive: Normanni, Svevi, Angiò, Aragonesi, Austriaci, Francesi, Inglesi, Americani, Russi, Cinesi, … protettorati, colonie, stati fantoccio in mano a mandatari… E poi ancora protettorati, colonizzazione, civilizzazione. Si, avete letto bene: civilizzazione! Civilizzazione e democratizzazione! La medicina ci insegna che in un organismo sottoposto a ripetuti stress, oltre la capacità di resistenza delle sue difese naturali, si generano fenomeni generatori di cellule insane che possono dare origine al cancro. I Paesi mediterranei sono da sempre cultori di un’interpretazione individualistica della vita e di tutte le componenti della quotidianità, in netto contrasto con la visione ‘globale’ dei Paesi ricchi. Quella stessa sciagurata omogeneizzazione che ci vede tutti consumers e non esseri umani con un cervello ed un cuore, e che porta di filato verso la completa distruzione delle foreste amazzoniche, sacrificate per soddisfare il palato dei Cinesi che stravedono per la carne di maiale; o alla strage dei tonni del Mediterraneo (residuale, i tonni qui sono quasi estinti), di cui i Giapponesi sono particolarmente ghiotti; o alla completa sparizione di tutte le tradizioni “particolari” dei vari ambiti mediterranei, mediorientali, africani, sottoposti ormai a forti pressioni dalla “civiltà delle multinazionali”, che non possono certo tollerare l’esistenza di nicchie “incontrollate”! Non ci si meravigli, poi, se all’interno di tanta pressione e di tante spinte “innaturali” si creano le reazioni impazzite di cellule sofferenti. Il cancro nel corpo umano si crea in situazioni simili a quelle che nella società favoriscono la nascita di al-Qaeda, di Daesh, dell’Armata rossa giapponese, dei Lupi grigi turchi. Si noti bene, prevalentemente nei Paesi più fortemente tradizionalisti e restii all’accettazione delle “nuove regole”! Non c’è traccia di tutto ciò nel libro, non in questo, forse nel prossimo, ma solo la descrizione dello splendore mediterraneo e dei processi storici, lunghi, inarrestabili e irreversibili, che sottrassero definitivamente il Mediterraneo ai Mediterranei.

La Redazione