Il caso Gibilterra

Il Regno Unito nel Mediterraneo dopo la Brexit

di Diego Sposato

            Nel Marzo del 2017 il Regno Unito ha iniziato le procedure per uscire dall’Unione Europea.  Questa decisione, presa in seguito al referendum popolare tenutosi nel 2016, ha avuto importanti ripercussioni sulla politica estera della corona britannica.  Il Regno Unito dovrà infatti riformulare i propri rapporti con l’Unione Europea e ridefinire la sua posizione nell’area del Mediterraneo.  Questa occasione per rivalutare il proprio ruolo dovra’ tener conto degli interessi strategici e gli obbiettivi geopolitici nella regione.  

            Il caso di Gibilterra può essere un simbolo della transitoria incertezza della situazione presente.  L’ex colonia, situata all’estremo orientale dell’omonimo stretto che collega l’Oceano Atlantico ed il Mar Mediterraneo, rappresenta una delle ultime testimonianze della secolare presenza britannica nell’area. Le future condizioni politiche ed economiche di Gibilterra dipendono dalle decisioni che saranno prese durante le trattative per la Brexit.  Il suo destino è legato alle scelte ed al ruolo che il Regno Unito vorrà ricoprire nella regione del Mediterraneo.  Quali saranno i piani del Regno Unito per lo scenario mediterraneo? Quale futuro attende Gibilterra?

L’ex colonia è oggi un Territorio d’Oltremare Britannico, autonomo in tutte le decisioni amministrative e politiche, tranne in materia di difesa e politica estera, di competenza del governo di Londra.  Questa condizione giuridica particolare, insieme alla posizione geografica, ha influenzato lo sviluppo politico ed economico del Territorio.

In ambito economico, condizioni fiscali favorevoli hanno permesso lo sviluppo del settore finanziario, soprattutto verso clienti europei. Mentre, in ambito politico e diplomatico Gibilterra ha spesso dovuto difendersi dalla vicina Spagna.  La quale ha sempre mostrato interesse nell’estendere la propria sovranità sul suo territorio.  Durante il periodo franchista si arrivò ad un quasi totale embargo che portò alla chiusura dei collegamenti tra Gibilterra e l’estero: furono chiuse le dogane, bloccato il traffico aereo e tagliate le linee di comunicazione telefonica.  Il governo di Madrid, nel 2002, propose una sovranità dell’ex colonia condivisa tra Spagna e Regno Unito.  I gibiltarrini si espressero attraverso un referendum con quasi il 99% contrari ad una qualsiasi forma di condivisione di sovranità.  Oggi, nelle trattative in corso tra Unione Europea e Regno Unito, la Spagna ha il potere di veto negli accordi riguardanti Gibilterra.

L’ex colonia britannica teme la creazione di un confine duro con la Spagna a seguito delle trattative, questo influenzerebbe negativamente la sua vita e la sua economia. Il transito di merci e persone verrebbe ostacolato, rendendo più faticoso e costoso lo scambio con i territori europei. La creazione di ostacoli economico-finanziari annullerebbe i vantaggi che rendono competitivi i servizi offerti ai clienti, soprattutto europei.  Il governo locale vorrebbe trovare una soluzione che permettesse a Gibilterra di restare fuori dall’Unione Europea ma essere inclusa nell’area di Schengen; una soluzione di convivenza che non ostacoli la libera circolazione di merci e persone. 

            Il futuro economico di Gibilterra dipende dalle decisioni che saranno prese in merito alle relazioni specifiche dell’ex colonia con i territori dell’Unione Europea.  Questa incertezza sul futuro del Territorio è legata al più ampio discorso degli obiettivi politici britannici nel Mediterraneo ed alla revisione del suo ruolo alla luce degli interessi strategici nell’area.  

Il Mediterraneo è da secoli un’area di grandi interessi geostrategici per il Regno Unito.  Il retaggio storico della sua presenza nella regione è rappresentato dai Territori d’Oltremare Britannici e da relazioni speciali con diversi paesi dell’area.  I rapporti speciali con Malta e Cipro vedono i cittadini di questi paesi, residenti nel Regno Unito, avere la possibilità di votare.  Gibilterra e l’Area delle Basi Sovrane di Akrotiri e Dhekelia a Cipro sono territori d’oltremare britannici.  

Gli interessi del Regno Unito nel bacino del Mediterraneo sono di natura economica e militare: la difesa delle rotte commerciali, il controllo delle vie di comunicazione e la capacità di supporto di azioni militari.  Grazie al controllo dei punti di accesso al mediterraneo, Gibilterra per l’omonimo stretto e le basi di Cipro per il canale di Suez, il Regno Unito ha la possibilità di salvaguardare questi interessi.   La base navale di Gibilterra è usata dalla Royal Navy e dalla Nato.  Le sovrane basi militari di Cipro hanno una presenza militare stabile. 

Con l’uscita dall’Unione Europea il Regno Unito deve ridefinire i propri interessi e rielaborare il proprio ruolo nel Mediterraneo.  Questa fase di transizione e revisione porta con sé paura ed incertezza, soprattutto per soggetti che hanno definito la loro identità in base a condizioni e presupposti che sono ora messi in discussione.  Come il caso di Gibilterra, la quale dovrà attendere gli sviluppi delle trattative e la definizione dei nuovi ruoli per identificare un suo nuovo carattere.  Le decisioni in merito al suo futuro potranno essere viste come indicatori della direzione che il Regno Unito intende seguire per la difesa dei propri interessi nella regione del Mediterraneo.

Diego Sposato (*)

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Inizia con questo articolo la collaborazione con <omeganews.info> di un nuovo giovane appassionato di geopolitica.

Diego Sposato è laureato in Scienze Politiche per la cooperazione internazionale e lo sviluppo economico, con una tesi di diritto internazionale sul caso di Taiwan; specializzazione in Scienze Politiche per la pace, guerra e sicurezza.  Ha esperienze lavorative nel settore privato in ambito di internazionalizzazione e gestione eventi di cooperazione e sviluppo. Parla fluentemente inglese e francese, può conversare in cinese mandarino.

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