Sport e Democrazia – Djokovic, un caso controverso

Che Novak Djokovic sia un grande campione di tennis crediamo non esistano dubbi.

Su come il Campione abbia condotto la trattativa con le autorità australiane per poter partecipare al torneo dei prossimi giorni è cosa che altri ha spiegato meglio di noi e con maggiore dovizia di particolari e retroscena di come potremmo fare noi.

Il Campione cerca di sfruttare al massimo la sua breve stagione di notorietà e forma fisica, onde porre le basi per un futuro più luminoso e ricco di quello che gli avrebbe riservato il destino se fosse stato un Jovan o un Ljubomir qualsiasi. E riteniamo umanamente accettabile il suo comportamento.

Quello che non possiamo condividere è l’atteggiamento di stampo nazionalista, di sfida e di soddisfazione dei suoi genitori, parenti, amici, fan, connazionali.

Certamente non siamo dei grandissimi fan dell’Australia. Probabilmente la grande distanza non ci concede la possibilità di una adeguata conoscenza.

Ma una cosa è certa, tutti coloro che stanno gioendo per la temporanea vittoria “a tavolino” di Novak, ignorano la grande lezione di democrazia che l’Australia sta dando agli interessati ed al mondo intero, con un gioco condotto non a mezzo di racchette, ma con gli strumenti tipici della Democrazia. Democrazia che comporta, prima di tutto, uguale trattamento per tutti al cospetto della legge e, inoltre, fondamentale, il libero parere di tutti gli Organismi preposti all’emissione di un giudizio finale. Non ultima, la difesa degli incolpevoli cittadini sottoposti alle conseguenze della pandemia e al contagio portato da irresponsabili come costui!

Sono gli Organismi cui è devoluta la valutazione degli eventi nelle diverse circostanze. Non il solito solitario dittatore, cui è concesso fare il bello ed il cattivo tempo in disprezzo della “cosa pubblica”.Il tennis è uno sport bellissimo, ma gli amici di Djokovic farebbero bene a prendere maggiore confidenza anche con le regole della Democrazia, se vogliono vivere in questa Europa, che si sforza sempre più, benché talvolta a fatica, soprattutto in tema di sport e relativi “interessi”, di affermare le regole della convivenza civile e democratica.