di Enrico La Rosa
La prima alleanza costruita nella storia per combattere un nemico scomodo e potente, troppo forte per essere affrontato in un conflitto uno-contro-uno, di cui si abbiano ormai notizie certe, annoverò 1178 navi con 50 rematori circa a testa e l’alleanza dei seguenti Stati sovrani: Micene, Argolide settentrionale, Arcadia e Corinto (Agamennone); Tirinto, Argo e il resto dell’Argolide (Diomede); Laconia (Menelao); Messenia Nestore); Arcadia ed Elide; Itaca, Giacinto e Cefalonia (Ulisse); Etolia (Toante); Beozia e Tebe; Focide, Locride ed Eubea; Ftiotide (Achille); Tessaglia; Attica, rappresentata da Atene e Salamina; Creta (Idomeneo); Rodi (Tlepolemo); Samo e le Sporadi.
Sembra ormai accertato che le forze greche consistessero in circa 300 navi e 15.000 uomini, a fronte dei 70/130.000 combattenti e 1178 navi con 50 rematori a testa tramandati dalla vulgata tradizionale.
Vengono anche descritti gli schieramenti troiani, le cui forze, riferite in eccesso da Omero e poco credibili, contavano circa 50.000 uomini fra Troiani e alleati: Troiani (Ettore; Paride, Deifobo, Eleno, Troilo, Enea; Adrastea (Adrasto); Pitiea (Anfio); Arisbe (Asio); Zelea (Pandaro); Colone (Cicno); Pelasgi (Ippotoo e Pileo); Traci (Reso); Ciconi (Eufemo e Mente); Peoni (Pircme); Paflagoni (Pilemene); Alizoni (Odìo ed Epistrofo); Meoni (Mestle ed Antifo); Frigi (Forci e Ascanio); Misi (Cromio ed Ennomo); Cari (Naste ed Anfimaco); Lici (Sarpedonte); Etiopi e Persiani (Memnone)
Questa prima alleanza merita qualche ulteriore notizia.
Siamo attorno al 1250 aC e Troia si trovava in Turchia, nella regione a ridosso dei Dardanelli.
La guerra di Troia è un episodio difficilmente comprensibile senza contestualizzare gli eventi all’interno di un quadro storico in cui gli antenati dei Greci divengano i protagonisti. La civiltà cretese mostrò al mondo la sua magnificenza, fino a quando i suoi palazzi monumentali andarono in frantumi per non essere mai più riedificati. A finire in rovina – a causa di un terremoto devastante – furono anche le istituzioni politiche di una società sino ad allora florida. Lascomparsa della forza cretese sul mare fu l’immediata conseguenza di un crollo repentino. Alle cause naturali si sommarono delle ragioni militari: l’arrivo di popoli agguerriti che avevano messo in discussione l’egemonia cretese. Il vuoto di potere fu presto colmato dall’arrivo di una nuova potenza: Micenei, originari della regione greca dell’Argolide.
Si trattava di una popolazione indoeuropea che gli studiosi considerano originaria della penisola balcanica o dallaRussia meridionale, e che sono noti, tra le altre cose, per l’utilizzo della cosiddetta scrittura lineare B, un elemento fondamentale per le registrazioni amministrative.
Possiamo considerare i Micenei, a buon diritto, i progenitori dei Greci; ed è proprio nella penisola greca che i Micenei edificarono dei palazzi fortificati da mura ciclopiche. Tirinto in Argolide, Pilo in Messenia, Tebe e Gla in Beozia eIolco in Tessaglia sono solo alcuni dei più importanti centri di una civiltà che riecheggia nei poemi omerici.
Quest’ultimo dato è tutt’altro che irrilevante: gli Akhkhiyawa, descritti anche nei testi Ittiti, coinciderebbero con gli Achei omerici o, in termini moderni, con i Micenei. Sia l’Iliade che l’Odissea, infatti, conservano dei dati che rimandano all’età micenea. Si pensi, ad esempio, al II libro dell’Iliade, in cui vengono elencate le forze achee in campo a Troia e fatta la descrizione della potenza navale micenea. A questo, si aggiunga la descrizione nell’opera di Micene e Pilo, potenze rilevanti già a partire dall’VIII sec. a.C.
Barry Strauss ha descritto i motivi per cui Troia era divenuta una città contro cui la nascente civiltà micenea era destino che si scontrasse:
‹‹Troia invoglia alla guerra. La sua posizione, dove l’Europa e l’Asia si toccano, la rendeva ricca e visibile. A Troia, l’acqua blu come acciaio dello stretto dei Dardanelli si riversa nell’Egeo e apre la via al mar Nero. Anche se il vento del nord spesso impediva la navigazione nella zona, Troia aveva un porto naturale protetto e quindi attraeva i mercati, nonché i predoni. Mura, guerrieri e sangue erano il destino della città. Quando i Greci di Omero, a quanto si narra, lottarono per Troia, c’erano già stati duecento anni di lotte per il possesso della città. Nei secoli successivi molti eserciti passarono sotto le antiche mura di Troia, da quelli di Alessandro Magno a quelli della campagna di Gallipoli del 1915›› (Barry Strauss, La guerra di Troia, https://www.studenti.it/guerra-di-troia-storia-cause-e-protagonisti.html, visita del 19/7/2023).
È anche questo il contesto in cui è inserita l’espansione micenea verso l’Anatolia. Gli stessi Ittiti menzionano una popolazione ostile che attaccava i territori del loro impero lungo le coste dell’Asia Minore. La maggioranza della comunità scientifica considera gli Akhkhiyawa dei testi Ittiti assimilabili agli Achei epici dell’Iliade. Questi ultimi, a loro volta, non sarebbero che i Micenei, che tra XIV-XIII secolo si spinsero fino all’Oriente, nei pressi di Troia, all’estremità nord-occidentale dell’Anatolia, non lontano dallo Stretto dei Dardanelli.
Al termine della guerra Troia cadde in mano nemica nel 1220 aC per non riprendersi mai più.
Quella degli Elleni contro Troia certamente la prima della storia dell’uomo, ma certamente la prima di cui si sia tanto scritto e parlato. Quella che ispirò le ricerche di tantissimi esploratori archeologi.
Molte altre ne seguirono, sempre più documentate e sempre più frequenti. Continuano ad essere prevalentemente militari, ma rivolte sempre al progresso economico ed al miglioramento delle condizioni di vita dei popoli dei Paesi contraenti. Molto spesso si risolvono con una sottrazione di territorio a danno dei perdenti.
Non è scopo di questo documento di parlare di tutte descrivendole. Esiste un’enorme sequela di alleanze. Tra quelle stipulate dai re francesi dall’VIII al XVIII secolo con e contro gli Emiri musulmani, la Turchia, la Spagna, la Russia, la Turchia, la Persia, ma anche con Paesi minori europei (Polonia, Ungheria), per consolidarsi ago della bilancia europeo; ed alleanze austro-russa, tra il Sacro Romano Impero e l’Impero russo. Sino ad arrivare all’Asse, alleanza tra Germania ed Italia del 24 ottobre 1936, l’alleanza dei due Stati che diedero inizio alle ostilità nella seconda guerra mondiale, cui si unì il Giappone il 20 settembre 1940, dando vita al Patto tripartito o «Asse Roma-Berlino-Tokyo»; Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito “gli “Alleati”, furono le tre potenze principali che contrastarono e batterono le potenze dell’asse.
Sino ad arrivare alla Fondazione delle Nazioni Unite (24 ottobre 1945), della NATO (4 aprile 1949) e del Patto di Varsavia (14 maggio 1955, sciolta il 1° luglio 1991), le ultime due entrambe alleanze nate per gestire sostanzialmente la guerra fredda.
UE – L’UE è un partenariato economico e politico, unico nel suo genere, tra 27 paesi europei. È stata creata nel 1958 come Comunità economica europea da Belgio, Germania, Francia, Italia, Lussemburgo e Paesi Bassi. Da allora, altri 22 paesi si sono uniti per costituire quella che, dal 1993, è nota come Unione europea.
CECA – Fondata il 18 aprile 1951, sciolta il 23 luglio 2002. Il suo successo promosse la maturazione dei trattati di Roma del 1957, con i quali furono istituite la Comunità economica europea (CEE) e della Comunità europea dell’energia atomica, EURATOM, unificate e confluite nella Comunità europea, le cui istituzioni furono unificate dal 1° luglio 1967.
G7 – Oltre il 62% della ricchezza netta mondiale. Considerando anche l’UE esso rappresenta ben oltre il 70% della ricchezza globale netta – Forum intergovernativo nato nel 1975 e composto dalle sette economie all’epoca più avanzatedel pianeta, ossia: Canada (dal 1976), Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America, nazioni sviluppate il cui peso complessivo era all’epoca apicale. Gli obiettivi del Gruppo riguardano le politiche macroeconomiche condivise dai suoi membri in risposta all’annullamento del regime di tasso di cambio fisso voluto da Nixon nel 1971 mediante la condivisione delle politiche economiche a breve tra i partecipanti e il monitoraggio degli sviluppi nell’economia mondiale.
G20 – 65% del commercio e della popolazione mondiale, 85% del PIL mondiale – Creato nel 1999, il Gruppo 20 (oG21) è un forum dei leader, dei ministri delle finanze e dei governatori delle banche centrali, avente l’obiettivo primario di favorire l’internazionalità economica e la concertazione tenendo conto delle nuove economie in sviluppo. E’ composto da Unione Europea e 19 paesi tra i più industrializzati del mondo (Arabia Saudita, Argentina, Australia,Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Francia, Germania, Giappone, Italia, Messico, Regno Unito,Russia, Stati Uniti, Sudafrica, Turchia) nonché una serie di invitati occasionali (di norma uno o due stati scelti dal paese che ha la presidenza di turno) e permanenti (Spagna, l’Unione Africana, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e altri).
BRICS – L’acronimo BRIC (divenuto BRICS con l’annessione del Sudafrica nel XXXXX) è nato nel 2001 ad opera di Jim O’Neill, economista di Goldman Sachs. Il Forum, tuttavia vede la luce il 16 giugno 2009.
I suoi componenti sono oggi Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, autori, nel bene o nel male, di un tipo di sviluppo, sociale ed economico, diverso da quello suggerito o preteso dal vecchio mondo occidentale. Paesi che condividono una situazione economica in via di sviluppo e abbondanti risorse naturali strategiche e, soprattutto, sono stati caratterizzati da una recente forte crescita del prodotto interno lordo (PIL) e della quota nel commercio mondiale, specie agli inizi delXXI secolo. Tali economie si propongono di costruire un sistema commerciale globale attraverso accordi bilaterali che non siano basati esclusivamente sul petrodollaro.
«I BRICS partono dal principio della “mouse trap”, la trappola per il topo, come viene definito il sistema degli aiuti finanziari internazionali, concessi per stabilizzare i sistemi solo in cambio di riforme, eseguite sotto dettatura delFondo Monetario Internazionale. Riforme che non si limitano solo all’economia, ma coinvolgono tutto il sistema istituzionale di un Paese. Un modo, secondo i BRICS, per imporre, in via indiretta, i diktat sul modello di sviluppo gradito all’Occidente. Ma ritenuto, al di là del merito, comunque retaggio di un colonialismo di cui i Paesi in via di sviluppo portano ancora il marchio nelle loro carni» (https://www.remocontro.it/2023/05/13/g7-o-g20-vecchie-sigle-occidentali-i-brics-crescono-e-sfidano-il-pensiero-unico/, 21/7/23).
«L’accusa rivolta all’America e all’Europa è chiara: chi ha costruito il suo benessere sullo schiavismo, l’uso smodato dei combustibili fossili e lo sfruttamento delle risorse predate ai Paesi colonizzati, oggi non può salire in cattedra a dettare regole di condotta. Ponendo limiti, date e veti. Ci vuole un bel po’ di faccia tosta» (https://www.remocontro.it/2023/05/13/g7-o-g20-vecchie-sigle-occidentali-i-brics-crescono-e-sfidano-il-pensiero-unico/, 21/7/23).
Si sono posti nel tempo alcuni obiettivi che dimostrano quanto il BRICS sia un’alleanza in contrapposizione ai gruppi di origine occidentale. Uno degli obiettivi dei BRICS è la de-dollarizzazione del mercato finanziario globale. Inoltre, a seguito della mancata ripartizione delle quote giacenti presso il Congresso degli Stati Uniti, richiesta dai Paesi del BRICS, questi hanno dato vita nel 2014 a una propria strutturazione finanziaria autonoma (Nuova Banca di Sviluppo, NBA).
L’Iran e l’Argentina hanno annunciato di aver presentato richiesta formale di adesione al gruppo. A maggio, per la prima volta nella storia del gruppo, hanno partecipato alla riunione dei ministri degli Esteri dei BRICS i loro omologhi di Kazakistan, Arabia Saudita, Argentina, Egitto, Indonesia, Nigeria, Senegal, Emirati Arabi Uniti, Thailandia e di altri Paesi. Sempre nel 2022 l’Algeria ha presentato la domanda di adesione ai BRICS, mentre Arabia Saudita, Indonesia ed Egitto hanno espresso l’intenzione di entrarvi. Molto recentemente anche l’Etiopia ha inoltrato domanda di ammissione. Nel 2023 Il Parlamento egiziano ha ratificato un decreto del governo che consentirà al Paese di aderire alla Nuova Banca di Sviluppo (NBD) dei BRICS, il Venezuela ha dichiarato che valuta l’ingresso nei BRICS mentre l’Arabia Saudita ha chiesto di aderire alla Nuova Banca di Sviluppo (NBD)
«Certo, la diplomazia americana, tirandosi appresso tutta quella occidentale, rifiuta spesso la diversità delle posizioni espresse dai ‘non allineati’, imponendo una visione unipolare del pianeta dove non c’è spazio per strategie e interessi degli altri», (https://www.remocontro.it/2023/05/13/g7-o-g20-vecchie-sigle-occidentali-i-brics-crescono-e-sfidano-il-pensiero-unico/, 21/7/23).
Si ha ragione di credere che punto debole dei BRICS sarà il differente, talvolta divergente, peso della “metafisica” dei Paesi componenti. Religione, gender, differente sensibilità sui diritti umani, ingerenza dell’etica nella politica. Radicalismi morali politici e religiosi potrebbero costituire barriere insormontabili e creare problemi persino di sopravvivenza stessa del Gruppo.
UA – Organizzazione internazionale nata il 9 luglio 2002, a Durban, dal successivo 15 agosto Osservatore dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite
Il suo atto costitutivo entrò in vigore il 26 maggio 2001, L’Unione conta 55 membri, comprendendo tutti gli Stati internazionalmente riconosciuti del continente africano, e la Repubblica democratica araba dei Sahrawi
SCO – Già “Gruppo di Shangai”, è un Organismo intergovernativo per la sicurezza, economico e culturale, di autodifesa dalla minaccia di terrorismo, separatismo e fondamentalismo fondato il 14 giugno 2001 dai capi di Stato di sei Paesi: Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan.
SAARC – Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Pakistan e Sri Lanka (5.130.746 km², 1.500.000.000 ca. abitanti) sono i membri di questo gruppo di cooperazione con finalità fondamentalmente commerciali. Cina, Corea del Sud, Giappone, Iran, Stati Uniti, Mauritius, Birmania ed Unione Europea son osservatori.
QUAD – Gruppo nato nel 2007 per contenere l’espansione militare cinese nella regione Asia/Pacifico (stretti e Taiwan); è un’alleanza militare composta da Stati Uniti, Australia, Giappone e India.
Si potrebbero trarre da quanto esposto facili statistiche su superficie ed abitanti complessivi di ciascuna formazione.
Si preferisce, in alternativa, elencare i Paesi aderenti a ciascuna di esse evidenziando in neretto quelli bagnati dal Mediterraneo:
NATO – Belgio, Bulgaria, Canada, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Turchia, Ungheria;
UE – Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria;
G7 – Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti d’America;
G20 – Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, India, Indonesia, Francia,Germania, Giappone, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sudafrica, Turchia; Spagna, l’Unione Africana, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale;
BRICS – Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica; (Arabia Saudita, Argentina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Indonesia, Iran, Kazakistan, Nigeria, Senegal, Thailandia, Turchia);
SCO – Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan;
SAARC – Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Pakistan e Sri Lanka;
QUAD – Stati Uniti, Australia, Giappone e India.
E ci domandiamo: è mai possibile che una Regione importante, ricca di cultura e materie prime come quella mediterranea, di personalità che hanno lasciato traccia nella storia dell’umanità, sia così poco rappresentata nei gruppi che ambiscono di imporre la propria politica allo sviluppo del pianeta?
Possibile che Paesi che hanno partecipato in modo fondamentale alla scrittura della storia della civiltà, delle scienze e della cultura planetaria, non riescano oggi a trovare la ragione di un cammino condiviso, piastrellato di riferimenti etici comuni, di obiettivi ispirati al reinforcement unitario dell’intera Regione?
Nel momento in cui tutti i Paesi già in via di sviluppo sembrano essere invece divenuti mostri di progresso, ripresa e prosperità Se questa Regione, così sofferente, questo intero Continente, omogeneo a sua insaputa, vuole avere un minimo di speranza di risorgere, senza dover dipendere dall’altrui generosità e senza dover pietire e rifondere l’aiuto che gli appropriati organi internazionali erogano a carissimo prezzo.
L’Europa è nata (malino) partendo dalla condivisione delle strategie per la produzione del carbone e dell’acciaio. È mai possibile che la Comunità Mediterranea non riesca a trovare due obiettivi altrettanto lucrosi, ma un pochino più “nobili”, alla sua portata, sui quali fondare la sua rinascita?
Enrico La Rosa
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