di Elisa Bertacin
Il 10 maggio scorso si è svolto il primo Convegno organizzato da OMeGA (Osservatorio Mediterraneo di Geopolitica ed Antropologia), in collaborazione con l’Osservatorio per la Sicurezza Nazionale (progetto del Centro Militare di Studi Strategici e SELEX-SI). OMeGA ha scelto per l’esordio pubblico un argomento molto delicato, molto attuale, eppure poco discusso e poco approfondito: la questione del Sahara Occidentale e del popolo Saharawi.
Il Convegno può dirsi ottimamente riuscito: OMeGA è stata in grado di avvalersi di importanti relatori, di noti studiosi e di cultori della materia, di figure accademiche, del mondo diplomatico e militare, nonché di significative testimonianze di chi ha vissuto, in un modo o nell’altro, la drammatica realtà dei campi profughi saharawi e la situazione del tutto instabile ed indefinita di una regione dal futuro ancora incerto ed ignoto. Ma soprattutto, si è riusciti a mantenere quel carattere di neutralità rispetto al problema, obiettivo che ci si era posti sin dal principio: nonostante la presenza in sala di alcuni rappresentanti del Fronte POLISARIO, non sono saliti in cattedra esponenti né del POLISARIO né del Marocco, le due principali voci che animano il conflitto in questione, ma i rispettivi punti di vista sono stati presentati da valide figure accademiche, che sono pertanto riuscite a mantenere quel certo distacco emotivo, in quanto figure non direttamente coinvolte dai fatti. Si è scelto, a mio avviso molto acutamente, di presentare la problematica da un’ottica esterna, “distaccata”, ma al tempo stesso profonda e stimolante, andando ad indagarne gli aspetti storici, giuridici, antropologici e politici, senza però andare ad appoggiare o privilegiare una posizione piuttosto che l’altra.
Costruttivo il momento della tavola rotonda animato dai moderatori delle diverse sessioni, che ha permesso di “internazionalizzare” ulteriormente la questione, proponendo spunti di riflessione collegati anche alle problematiche relative alle risorse energetiche e alla necessità di accogliere con un certo occhio critico le informazioni riportate dai media.
Si poteva fare di meglio? Forse. In fondo, ogni cosa può essere migliorata e certamente questa prima apparizione pubblica di OMeGA costituirà un importante bagaglio di conoscenze e lessons learned che torneranno utili nella costruzione dei prossimi eventi ed impegni in agenda dell’Osservatorio. Di certo, i feed-back dei partecipanti, raccolti in maniera informale e colloquiale, possono dirsi molto soddisfacenti: il Convegno ha raggiunto senza ombra di dubbio l’obiettivo principe di far parlare della questione, di diffondere la volontà di seguirla ed approfondirla, magari spronando un maggiore coinvolgimento da parte delle istituzioni stesse, in primo luogo a livello nazionale. Le testimonianze dell’operato delle Regioni Emilia Romagna e Toscana mostrano come un certo impegno sussista già, ma probabilmente l’interesse e la partecipazione dell’Italia nel suo complesso è ancora troppo piccolo nei confronti delle iniziative “private” di alcune Regioni.
Naturalmente, il Convegno ha offerto opinioni, testimonianze, analisi storico-giuridiche della questione del Sahara Occidentale, ma di certo non voleva avere la pretesa di offrire una via risolutiva ad un conflitto che persiste ormai da oltre trent’anni. Dagli interventi si sono potute evincere diverse posizioni ed opinioni, da chi ancora è fiducioso circa il referendum e sulla possibilità di porre fine al conflitto secondo le indicazioni proposte dalle Nazioni Unite, a chi invece si dice ormai scettico a riguardo e privilegia piani risolutivi basati sul principio dell’autonomia della regione.