documento dell’UNRIC – United Nations Regional Information Centre for Western Europe
Quando scoppia un conflitto, il caos prende il sopravvento. I civili sono costretti ad abbandonare le proprie abitazioni e a riversarsi nelle strade e nelle campagne, invase da criminali; i tribunali, spesso deboli già prima dell’inizio degli scontri, cessano completamente di funzionare; i prigionieri fuggono, alimentando così il caos. Ovunque ci sono armi e nessuno si sente al sicuro. Le società, anzichè essere guidate dalla legge, precipitano nell’illegalità. Le ingiustizie che ne conseguono sono troppo numerose per essere contate e troppo gravi per essere ignorate.
Le missioni di peacekeeping dell’ONU possono far sperare in un ritorno alla quiete. Ma per poter parlare effettivamente di sicurezza, è necessario che gli operatori di pace non si limitino a rimuovere i gruppi più pericolosi e a disarmare i combattenti, ma rafforzino le istituzioni responsabili della sicurezza e della giustizia (polizia, tribunali e istituti correzionali) nel pieno rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani.
Sempre più spesso, nelle società reduci da conflitti dove si verifica il fallimento dello stato di diritto, i civili arrestati trascorrono anni in carcere in condizioni disumane senza mai vedere l’ombra di un tribunale.
L’azione di peacekeeping dell’ONU si batte su tutti i fronti per porre rimedio a queste ingiustizie e ristabilire lo stato di diritto.
Per riformare le polizie locali, l’ONU mette in campo ufficiali di tutto il mondo altamente qualificati, il cui compito è quello addestrarne i membri, monitorarne le attività e aiutare a riorganizzare e riformare le forze di polizia nazionali e locali. Il corpo di Polizia ONU potrebbe essere meno noto di quello militare, ma il servizio che presta è ugualmente importante e i membri che ne fanno parte sono sempre più numerosi (più di 14000 sono ora impegnati in 16 missioni politiche speciali o di peacekeeping in tutto il mondo).
Oltre agli osservatori di polizia non armati, l’ONU schiera delle Unità Formate di Polizia (FPU), ciascuna composta da 140 membri, che rappresentano una via di mezzo tra le forze armate militari dell’ONU e i suoi osservatori di polizia non armati. Le FPU rivestono un ruolo importante nel controllo dell’ordine pubblico e nelle operazioni ad alto rischio. Si sono verificati casi in cui la Polizia ONU è riuscita a garantire i poteri esecutivi ad autorità nazionali quasi completamente fallite, per poter arrestare e detenere i criminali.
Ma creare forze di polizia su cui la popolazione locale possa fare affidamento e che rispettino i diritti umani non basta per assicurare lo stato di diritto all’interno di una società. Per raggiungere questo obiettivo è infatti necessario riorganizzare i tribunali civili e militari, spesso inadeguati, e i sistemi rieducativi. Questo è il motivo per cui l’ONU forma e guida il personale impiegato nei tribunali e nelle strutture rieducative, oltre ad aiutare a costruire, o ricostruire, palazzi di giustizia e carceri.
Per sottolineare quanto sia vivo l’interesse dimostrato dal Segretario Generale e dagli Stati Membri per questi temi, nel 2007 è stato istituito all’interno del Diparimento per le Operazioni di Peacekeeping l’ “Ufficio per lo Stato di Diritto e le Istituzioni di Sicurezza” (Office of Rule of Law and Security Institutions), il cui compito è quello di rafforzare, coordinare e integrare le attività del Dipartimento in materia di polizia, giustizia, rieducazione, azione contro le mine, disarmo, smobilitazione e reintegro degli ex-combattenti, e riforma della sicurezza. L’ufficio lavora a stretto contatto con gli Stati Membri dell’ONU per far sì che le operazioni di peacekeeping si impegnino a ristabilire lo stato di diritto e a garantire la presenza di personale sul campo.
Le operazioni di peacekeeping del XXI secolo puntano a costruire le fondamenta per realizzare istituzioni a lungo termine, facendo il possibile per rinnovare una cultura di stato di diritto.
Gli scenari qui illustrati rappresentano solo alcune delle importanti e molteplici attività in materia di stato di diritto realizzate dagli operatori di pace ONU e dai numerosi Paesi che generosamente mettono a disposizione delle Nazioni Unite forze di polizia, personale per centri correzionali e sedi di giustizia.